Dire che noi lo avevamo detto a
tempo debito è oggi una magra soddisfazione. Non occorrevano doti divinatorie
particolari, infatti, per immaginare che in larga parte gli indagati per la
“rimborsopoli” lucana sarebbero stati rinviati a giudizio. Non era necessario
essere raffinati politologi, inoltre, per ritenere che ben altre valutazioni di
opportunità avrebbero dovuto orientare le scelte del PD regionale alla vigilia
delle sue primarie per la individuazione del candidato presidente (dice niente
la Sardegna?). Non abbiamo mai preteso di anticipare giudizi che competono
esclusivamente alla Magistratura e rimaniamo distanti anni luce da ogni furore
giustizialista (troppo spesso ipocrita e strumentale), per cultura politica e
per un profondo convincimento garantista maturato proprio nel corso del
terribile ventennio che abbiamo alle spalle. Ma non possiamo esimerci dal
considerare che, quando la politica abdica alle sue funzioni, quando rinuncia a
scegliere con nettezza, quando smette di inviare segnali convincenti di
inversione di rotta ad un elettorato già disilluso, smarrito e frustrato da una
crisi devastante, in quel momento esatto “si scava la fossa”. Qualunque cosa si
ritenga giusto che accada, sul piano del buon gusto e del buon senso, infatti,
ora non si può sfuggire ad un interrogativo: è compatibile con la sua
permanenza in carica la posizione di un presidente rinviato a giudizio in
processo che vede la Regione costituita parte civile? Come se ne esce, se si
vuole conservare un briciolo di credibilità alla politica e alle istituzioni?
Molto altro si potrebbe aggiungere sulla efficacia e utilità (oltre che sulla
decenza) di una norma come quella frettolosamente approvata all’indomani delle
elezioni, ma le disquisizioni di diritto in questo momento ci interessano poco.
Quello che conta (ed è amaro doverlo constatare nelle settimane finali di
questa brutta campagna elettorale) è che i gravissimi errori di valutazione
finora commessi “porteranno altra acqua al mulino” della disaffezione e della
antipolitica, ai populismi di ogni risma e colore: di questo, veramente, non si
avvertiva il bisogno.
Maria MURANTE
Coordinatrice regionale SeL Basilicata
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