GLI 80 ANNI ’DI DON PASQUALINO DI GIACOMO


L’anziano sacerdote è stato calorosamente festeggiato a Rionero 
di Michele Traficante e Leo Vitale

 “Sacerdos alter Christus”. Quale definizione più efficace e più nobile per indicare la figura del ministro di Dio? Un uomo consacrato per il bene delle anime, impegnato totalmente in una missione fondamentale, vissuta con spirito di sacrificio e, forse, soprattutto nei momenti critici, in assoluta solitudine, ma che poi lascia una traccia profonda nella comunità in cui opera. Ed è questo che si può dire di don Pasqualino Di Giacomo, che ha compiuto il 28 aprile 80 anni d’età.



Per l’occasione la comunità rionerese ha voluto festeggiarlo con una solenne cerimonia nella Chiesa Madre di Rionero in Vulture, dove è stato parroco con la carica di arciprete per un quarantennio. La santa messa è stata celebrata dallo stesso don Pasqualino al quale hanno fatto corona i parroci delle tre chiese, don Giuseppe Cacosso, don Sandro Cerone e don Rocco Di Pierro, con l’assistenza di don Francesco Consiglio.
All’inizio della concelebrazione don Giuseppe ha porto gli auguri della comunità e con riferimenti biblici ha sottolineato che a 80 anni si è “robusti” nella fede e in sapienza, e si comincia una nuova vita, che darà frutti ancor più abbondanti per l’esperienza ed il desiderio del bene.  
L’omelia è stata tenuta da don Pasqualino, che, nel commentare il passo del vangelo del giorno, ha rimarcato la figura del buon pastore che va alla ricerca della pecorella smarrita. È il ruolo del sacerdote, con la finalità specifica di coinvolgersi ed essere presente nella comunità per servire, testimoniare la fede, convertire il “peccatore”, salvare le anime e adoperarsi per l’unità e la pace tra i cristiani.
Chi è don Pasqualino Di Giacomo, da meritare tanta glorificazione?
Nato a Rionero in Vulture il 28 aprile 1935, fu battezzato nella chiesa della SS. Annunziata ove ricevette pure la Confessione e la prima Comunione. Ha frequentato l’asilo presso le suore Antoniane e le classi della scuola elementare al Palazzo Catena. Subito dopo gli studi nella scuola media, appena istituita nella città del Vulture, è entrato, nel 1948, nel Seminario Regionale Minore di Potenza, per poi passare al Seminario Regionale di Salerno dove ha frequentato, negli anni dal 1950 al 1957, il liceo e il corso di teologia. Il 1° dicembre 1957 è stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Melfi per mano del vescovo mons. Domenico Petroni e l’8 dicembre ha celebrato la sua prima messa nella Chiesa Madre di Rionero in Vulture. Fino al luglio 1959 è stato viceparroco alla parrocchia del SS. Sacramento di Rionero in Vulture, mentre in seguito, e fino al 1964, è stato prima vicario e poi viceparroco anche della chiesa Madre. Dall’ottobre 1964 e fino all’ottobre 1966 è stato parroco della chiesa del SS. Sacramento. Finalmente, nell’ottobre 1966 è stato nominato arciprete della Chiesa Madre, incarico cessato nell’ottobre 2004.
Oltre alle sue lodevoli e feconde funzioni come ministro di Dio, don Pasqualino, dal 1959 al 1990, è stato apprezzato insegnante di religione nelle suole medie, nella scuola Magistrale del grado preparatorio, nel Ginnasio parificato e nell’Istituto Magistrale di Rionero in Vulture.
Numerosi e di particolare importanza gli incarichi pastorali ricoperti in seno alla diocesi di Melfi, Rapolla e Venosa. Infatti, è stato, fra l’altro, Assistente della gioventù femminile nell’Azione Cattolica, Assistente del Settore Adulti; è stato eletto costantemente membro nel Consiglio Presbiterale diocesano; come uomo di cultura, è
stato cofondatore e direttore del periodico diocesano “La Parola” dal 1989 al 2003, ha pubblicato anche alcuni pregevoli volumetti, fra cui, nel 1981, “Un Paese, una Chiesa, un Terremoto”.
Nella sua attività pastorale, è stato il padre spirituale della locale Confraternita “Maria SS. del Carmelo” e, per 13 anni, cappellano al Centro di riferimento oncologico della Basilicata presso l’ospedale “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture. Dal 1988 ricopre l’incarico di assistente spirituale della locale Conferenza di San Vincenzo de Paoli. Dal 2005 svolge con zelo e dedizione la sua funzione di cappellano alla Casa Circondariale di Melfi, ove non fa mancare la paterna assistenza spirituale ai tanti che purtroppo “hanno smarrito la retta via”, infondendo in loro la fede in Dio, la speranza e la fiducia nella vita.
Queste, per sommi capi, le tappe salienti del ministero sacerdotale di don Pasqualino Di Giacomo che ha festeggiato, nell’affetto e calore di tanti fedeli ed amici sinceri, gli 80 anni di età.
A rappresentare, alla fine della concelebrazione eucaristica, il pensiero augurale di tutta la comunità rionerese è stato l’insegnante Federico Anastasia, che ha ringraziato don Pasqualino per quanto ha saputo dare alla cittadinanza, “non solo come arciprete in termini di pastorale religiosa, ma anche come uomo-educatore, sul versante della crescita della persona umana, sul versante cioè della promozione e autenticità di quei valori umani, sociali, etici, che fanno dell’uomo una persona matura e responsabile. Non si può d’altronde essere bravi e santi sacerdoti se non si è anche bravi maestri e testimoni di vita e di integrità morale e civile”. Ha detto, tra l’altro, Anastasia: “Grazie per le tue tante testimonianze di sensibilità, di impegno, di carità e donazione, d guida esemplare e generosa del tuo popolo e dei vari gruppi e organismi della parrocchia, che hai chiamato a collaborare con te, che, ora, sono qui per festeggiare il traguardo dei tuoi ottant’anni e per innalzare anche un inno di lode  e di ringraziamento a Dio per il prezioso dono della vita e perché ci ha permesso di vivere una esperienza così bella di fede e di amicizia con te”.

Insomma, ottant’anni spesi bene. Siamo sicuri che il nostro caro don Pasqualino, che in gioventù ha vissuto e sofferto due tragedie familiari, continuerà ancora, con lo stesso entusiasmo ed intraprendenza, a dare molto alla comunità rionerese, perché grande è il suo cuore, notevoli le sue capacità culturali, la sincera e disinteressata disponibilità umana a mettersi al servizio del popolo di Dio.

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