SAGRE: RETE IMPRESE PZ, REGOLAMENTAZIONE RIGOROSA

I risultati dell'indagine della Coldiretti sul fenomeno delle sagre nel nostro Paese con il dato più significativo (piu' di 7 italiani su 10 hanno scelto di partecipare quest'anno alle sagre e feste di paese) rafforzano la sollecitazione rivolta da Rete Imprese Italia Potenza nelle scorse settimane alla Regione, ai Comuni,
ad Apt e Pro Loco, per lavorare tutti insieme alle organizzazioni del commercio, servizi, artigianato, agricoltura per una regolamentazione rigorosa. Coldiretti considera modesto il business prodotto - il 13 per cento dei frequentatori non spende niente, il 51 per cento non piu' di dieci euro per persona e il 31 per cento tra i 10 ed i 30 euro per persona – ma evidentemente, sottolineano Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommerio e Confesercenti, non si prende in considerazione quanto viene sottratto, non certo con metodi di sana competitività, ad esercizi, ristoranti, laboratori artigiani. Ma perché in tanti casi stand e bancarelle svolgono una competizione sleale? «Si prenda ad esempio le imprese della ristorazione che faticano tutto l'anno per offrire un servizio di qualità ai clienti, danno lavoro e sostengono carichi fiscali e burocratici pesantissimi, oltre a tutte le spese per contributi dei dipendenti, assicurazioni, Inail e via dicendo – afferma Michele Tropiano, Confcommercio – Queste manifestazioni, invece, non fanno nulla di tutto ciò e utilizzano personale volontario. Non lasciano nulla al territorio e non realizzano nessun beneficio per l'economia locale. Non si tratta di sagre e feste popolari a scopo benefico, ma di soggetti che ormai rappresentano vere e proprie 'aziende ombra' della ristorazione. Inoltre, sono penalizzati i nostri chef che hanno acquisito professionalità e sono gli autentici ambasciatori del mangiare sano, mangiare lucano. C’è un aspetto del “fenomeno sagre-eventi” che ci riguarda direttamente in quanto associazioni di categoria delle piccole e medie imprese di commercio, servizi, artigianato: ogni manifestazione, soprattutto nella stagione estiva, di carattere alimentare, culturale e di spettacolo, deve rispettare gli interessi non solo dei cittadini ma anche degli operatori commerciali e dell’artigianato. Queste attività – è scritto nella nota - devono rispettare i requisiti igienico-sanitari, come chiesto non solo ai baristi ma anche agli ambulanti che spesso improvvisano punti di ristoro. Inoltre, i prodotti proposti non sono tipici e in molti casi nemmeno controllati o affidabili: un grave danno per l’erario (che viene frodato di contributi previdenziali e tasse) e una concorrenza sleale per i ristoratori e i negozianti del luogo, soggetti a controlli e normative che non valgono per chi si avvale della “maschera” della sagra. Certo – sottolineano Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti - non tutte le sagre sono così, nel senso che ci sono sagre-eventi con la comprovata capacità di promuovere produzioni alimentare di qualità. Molte assolvono in maniera esemplare al compito di far conoscere storia e tradizioni, anche enogastronomiche, del territorio. Anche e proprio al fine di preservare intatte tutte queste positività,è indispensabile introdurre delle regole nel settore che garantiscano un corretto svolgimento di questi appuntamenti”. Per Rete imprese potenza si devono scrivere criteri selettivi e declassare quelle sagre che non rispondono a requisiti-finalità certificati in semplici feste di organizzazioni ed associazioni private.

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