SALUTE: CARDIOCHIRURGIA, DA MELFI LA RICETTA SI CHIAMA “TOTAL CARE”

“Total care” (presa in carico del paziente) è la “ricetta” proposta da Melfi in un incontro medico-scientifico sui temi della cardiologia e della cardiochirurgia voluto da Polimedica (Melfi) e patrocinato dall’Ordine dei Medici della provincia di Potenza e dall’associazione delle strutture sanitarie private di Puglia e Basilicata Sanità Futura, in patnership con GVM,

una rete ospedaliera convenzionata col sistema sanitario nazionale e presente in particolare in Puglia. 


Gli scenari nel campo dell’assistenza sanitaria stanno rapidamente cambiando specie in termini di burocrazia, riduzione della spesa pubblica, parcellizzazione delle attività sanitarie ed innovazione tecnologica, nuove esigenze. Di qui la necessità di prendere in carico il paziente in tutto il suo percorso che è cosa diversa dall’occuparsi solo ed esclusivamente della cura. La “ricetta” si completa con la “medicina personalizzata”. Le malattie cardiovascolari – ha sostenuto dr. Alfredo Marchese (Up date sull’interventistica cardio-vascolare) - rappresentano la prima causa di mortalità in Europa : un italiano su 4 è affetto da malattie cardiache e la mortalità per le malattie ischemiche del cuore continua a colpire quasi il doppio degli uomini rispetto alle donne. 


Per il dr. Giuseppe Speziale, cardiochirurgo e vice presidente Gvm - che preferisce autodefinirsi un “idraulico” del cuore, relatore su “la cardio-chirurgia mini invasiva delle valvole” - insieme alla prevenzione e quindi ai corretti stili di vita la “total care” coniugata alla ricerca assume maggiori significati. E non è più sufficiente ad esempio misurare l’efficienza di un centro ospedaliero sulla base di parametri-indicatori superati. Dieci anni fa la mortalità a 30 giorni dopo intervento di bypass coronarico ridotta al 6-8% dei pazienti era motivo di successo. Oggi sarebbe – ha aggiunto – motivo da malasanità da sbattere in prima pagina sui giornali. Tenuto conto che nelle 12 strutture di cardiochirurgia del Gruppo GVM si realizzano il 20% degli interventi complessivi d’Italia la nostra esperienza si basa sull’organizzazione a 360 gradi perché non basta né un bravo cardiochirurgo né un’ottima strumentazione se non c’è squadra e soprattutto se non c’è il clima aziendale giusto. Non è un caso che ogni reparto di cardiochirugia – ha evidenziato il dr. Speziale – ha un effetto di trascinamento per ogni ospedale dove opera e di conseguenza può portare verso il basso la reputazione dello stesso ospedale se non ci sono le condizioni, tutte, per garantire il paziente. Questa strategia è da tempo condivisa da Polimedica Melfi che – ha spiegato Michele Cataldi – ha avviato una patership con il gruppo GVM e ha lanciato il “total care” in una struttura con 14 branche accreditate al servizio in un’utenza molto ampia che va al di là dei confini regionali e interessa anche le province di Foggia e di Avellino. Vogliamo seguire la “scia” che lascia il paziente nel senso che spesso si rivolge a più medici e strutture e ancora più spesso pensa di poter trovare risposte ai propri problemi di salute su “google”. E’ il pericolo più serio: una sorta di medico fai da te che rafforza la nostra mission di dare quante più informazioni scientificamente valide a cittadini e personale della salute con i medici di famiglia che sono in trincea a combattere contro il sistema della burocrazia e dei tagli della spesa pubblica. Il presidente di Sanità Futura ha ricordato i dati più significativi: lo standard di mortalita' per infarto in Basilicata (5,2 per cento) e' in sintonia con la media nazionale. Allarmanti i dati legati all'aumento dell'incidenza delle malattie del sistema circolatorio che si e' registrato in Basilicata (+11 per cento nei maschi, +6 per cento nelle donne rispetto alla media italiana) e agli elevati fattori di rischio (ipertensione 33,3 per cento, sedentarieta' 31,9 per cento, obesita' 12,4 per cento, fumo 30 per cento), tutti superiori alla media nazionale. Per noi – ha detto ancora Cataldi – alla sanità che penalizza fortemente il privato, quella che abbiamo chiamato “dei due pesi e due misure”, c’è un’altra sanità che pur facendo i conti con la riduzione di risorse può prevenire e curare e vogliamo dimostralo. Il convegno si è arricchito di relazioni specifiche tenute da dr.Mario Siro Brigiani (indicazioni per la coronografia), dr. Giuseppe Lembo (il time chirurgico: ruolo dell’ecografia nei percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti affetti da valvulopatie). All’incontro oltre a medici specialisti, pediatri e medici di famiglia provenienti da Campania, Puglia e Basilicata, ha partecipato Luigi Bradascio, presidente della Quarta Commissione del Consiglio Regionale. La sua è un’esperienza “di cuore” nel senso che – ha ricordato – ha fondato più di 20 anni fa a Matera l’Associazione Amici del Cuore che complessivamente grazie a quattro cardiologi volontari ha visitato 1200 persone (in media 50 visite la settimana) venendo incontro ad un’utenza a disagio sociale e alleggerendo le liste di attesa dell’Ospedale di matera. Il volontariato – ha detto – ha una funzione importante da svolgere al pari delle strutture sanitarie private accreditate che vivono la vigilia di una riforma nel rapporto con il pubblico. Bradascio ha poi lanciato un allarme: tutte le Regioni devono adeguarsi a quanto previsto a livello europeo in fatto di turni di lavoro per i camici bianchi: 48 ore massimo di lavoro la settimana e turni al massimo di 13 ore al giorno. Anche la nostra regione – ha detto – dovrà assumere nuovi medici, infermieri specializzati, personale tecnico, psicologi e dovrà procedere alla riorganizzazione degli ospedali sul territorio. In questo – ha concluso – le strutture della specialistica ambulatoriale possono darci una mano per realizzare il disegno di medicina del territorio quanto più vicina ai bisogni delle nostre comunità.

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