Dal
monitoraggio di Federazione Moda
Italia-Confcommercio sull’andamento delle vendite nel 2015 nel settore
moda, a fronte di una sostanziale stabilità dei fatturati rispetto al 2014 che
si registra a livello nazionale, emerge un dato per la Basilicata leggermente
negativo (-0,3%) che comunque consente
di recuperare quello più marcatamente negativo a chiusura 2014 (-5,4%).
E’
quanto sottolinea Confcommercio Imprese Italia Potenza evidenziando che il fenomeno
della chiusura di negozi di abbigliamento ed articoli similari (calzature,
pelletteria, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi) è sempre
preoccupante nel capoluogo di regione e nei centri medio-grandi della provincia
con l’alternarsi di aperture che comunque risentono della crisi dei consumi
ancora del tutto evidente. Urge una strutturale riduzione delle tasse a
famiglie e imprese, la conferma dell'eliminazione delle clausole di
salvaguardia e – commenta il presidente di Confcommercio
Potenza Fausto De Mare - un intervento di sostanza sulla riduzione della spesa
pubblica. Solo così, e con una contestuale apertura dei rubinetti del credito,
sarà possibile parlare di rilancio di consumi e di boccate d'ossigeno alla
nostra imprenditoria tutta rigorosamente ‘made in italy'. E la moda Made in Italy è
il risultato che oggi abbiamo raggiunto grazie al saper fare tutto italiano
della produzione, ma anche al saper raccontare e presentare al meglio della
nostra distribuzione. C'è un gran bisogno di ripensare i rapporti lungo tutta
la filiera della moda all'insegna di equilibri reciproci e con lo sguardo alla
produzione di valore. In questo senso il fashion retail si posiziona, nel pieno
rispetto del principio di prossimità, in un segmento strategico, cioè quello
della promozione della cultura della qualità. Ognuno, all'interno della
filiera, ha competenze che vanno trasmesse e valorizzate a valle per
enfatizzare la qualità ed il valore dei nostri prodotti e dei nostri processi.
I nostri negozi multibrand sono gli ambasciatori della qualità e del Made in
Italy in Italia e nel mondo. In Italia ci sono 126.662 punti vendita che
rappresentano un patrimonio inestimabile che rappresenta una risorsa per
l'intera filiera della moda in termini di contaminazioni di esperienze e di
eccellenze.
Inoltre – dice De Mare –
anche se da noi non si toccano le cifre altissime di fitto di negozi-immobili
di Milano e Roma, prestigiose capitali e fulcri delle più
autorevoli e internazionali griffes di moda, con canoni che attestano un trend
del +17%, rispetto all’anno precedente, i canoni degli esercizi di
abbigliamento restano alti come testimoniamo i tantissimi locali vuoti non solo
nel centro storico di Potenza ma anche in quartieri residenziali (su tutti
Poggio Tre Galli).
Nella nota si
sottolinea inoltre l'iniziativa di Confcommercio Imprese per l’Italia
finalizzata alla sensibilizzazione e l’informazione su tutti i fenomeni
illegali che alterano il mercato e falsano la concorrenza a scapito delle
imprese “sane” , ma con un particolare accento su contraffazione e abusivismo.
Siamo inoltre impegnati ad aprire un dialogo volto alla preservazione e allo
sviluppo della filiera della moda in tutti i suoi passaggi creativi, produttivi
e distributivi: dallo stilismo ai diversi aspetti della produzione, la
rappresentazione e la distribuzione del prodotto finale, la vendita retail, con
l’obiettivo di riavvicinare i giovani agli innumerevoli mestieri che compongono
il comparto della moda italiana, anche attraverso le innovazioni e le nuove
tecnologie.
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