MELFI, UN CONVEGNO CHE HA TRASFERITO VERI VALORI

Grande successo per l’evento che ha ricordato A. Moro e G. Impastato. 
di Antonio Baldinetti 

Davvero una idea vincente, e con riscontri esclusivamente positivi, quella attuata dalla Associazione Turistico Culturale “Le Terre di
Federico” di Melfi e da Radio Kolbe, in collaborazione con Melfi Popolare, che ha visto un ricordo intenso e profondo delle figure importanti di Aldo Moro e Peppino Impastato.
“In un periodo come questo, di campagna elettorale – ha detto il Sindaco Livio Valvano, nel suo saluto ai presenti che hanno gremito la Sala dell’Immacolata del complesso di Sant’Antonio – diventa davvero importante, per chi fa politica e per coloro che sono candidati per dare un loro fattivo contributo per la città, confrontarsi con figure come queste, che hanno amato fino in fondo la politica, quella vera, ed hanno dato la propria vita cadendo sotto i colpi di terrorismo e mafia, che hanno provato a fermarne l’impegno”. 


Un particolare questo, ribadito anche dal moderatore del confronto dibattito dal titolo “Due figure popolari tra politica, idee, fede e legalità” ed anche dal Vescovo di Melfi Padre Gianfranco Todisco che ha “vantato la figura di due uomini così diversi, ma uniti fortemente dalla passione per la verità, l’impegno sociale e politico, dall’essere uccisi lo stesso giorno, l’essere entrambi persone del nostro sud che volevano dare testimonianza, con il loro essere, la fede in Moro e la radio per Impastato, quotidianamente protagonisti della lotta a chi non voleva, l’affermazione della verità e soprattutto della legalità”. Tema della legalità, insieme con la descrizione puntuale della figura e dell’opera di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978, lo stesso giorno in cui Aldo Moro, dopo 55 giorni di prigionia, veniva ritrovato morto all’interno della ormai tristemente famosa Renault 4 rossa, trattato dall’avvocato Pierluigi Lapolla, membro autorevole del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Potenza. Per lui “Impastato, senza esagerare, può essere considerato anche più importante di Moro, non solo per l’impegno costante attraverso la sua radio Aut ma per l’essere lui stesso figlio e nipote di mafiosi, cresciuto in quel contesto ma capace di ribellarsi, di gridare sempre il suo no, insieme al fratello Giovanni, a tanti amici del tempo, che certo non accettavano di doversi sottomettere, in tutto e per tutto, al potere mafioso che vi era a Cinisi, il loro paese, ed in tutta la Sicilia. 


E’ vero ha pagato con la morte, una morte a dir poco orrenda, facendolo passare per terrorista e mafioso a sua volta – ha concluso – ma la sua figura è stata difesa a spada tratta dalla madre Felicia, che ha lottato, con il fratello, la nuora, i giovani del paese fino al momento in cui la verità è stata accertata e chi aveva ucciso il giornalista in galera, all’ergastolo”. Esempi importanti, per i presenti, per le nuove generazione, se si vogliono trasferire valori forti ai giovani ma anche necessari a chi fa politica, ieri come oggi, Moro come il Sindaco Valvano e tutti i candidati, anche per il Consigliere Regionale Aurelio Pace, che ha sottolineato i passaggi più importanti dell’interessante convegno. Nella parte finale alcuni interventi dal pubblico e quello di gran pregio con l’avvocato rutiglianese Nicola Giampaolo, postulatore della causa di beatificazione di Aldo Moro, che ha tracciato il lungo ma fondamentale iter di raccolta di documenti, testimonianze, dati e miracoli che compongono il fascicolo per elevare agli onori degli altari proprio il “martire della fede” Aldo Moro. “Una persona speciale, in tutto, nel suo essere, nella grandissima devozione alla Madonna della Strada di Roma, dove quotidianamente si recava a pregare, strada da cui è stato prelevato con la forza e con un vero e proprio assalto militare studiato, che ha portato all’uccisione degli uomini della sua scorta e neanche un graffio a lui – come ha ricordato Giampaolo nel suo seguitissimo intervento – ma che poi alla strada è tornato, all’interno dell’abitacolo di un’auto, dopo la morte perché protagonista del nuovo che avanzava, con l’incrocio tra dc e comunisti”. Poi ha concluso “Moro è stato anche il protagonista della famosa enciclica di Paolo VI ed ha dato il via a quel che è successo dopo di lui, con la caduta del muro di Berlino, apertura all’est e cattolicesimo nella Russa di oggi, con Putin”. Come detto, conclusioni affidate al Consigliere Regionale Pace che ha analizzato “il ruolo della nostra regione e di un sud che è sempre bistrattato ma invece è capace di buone cose, di una politica che guardi alla gente ed alle sue necessità, che sia in grado di garantire un futuro a chi verrà dopo di noi visto che questo mondo vive della libertà e della legalità dataci dai nostri nonni, lottando in guerra, e dai nostri padri che ci hanno dato istruzione e forza per essere migliori. È chiaro – ha concluso Pace – che questo deve avvenire anche oggi, nella politica, ispirandoci sempre a queste due fantastiche figure, Moro ed Impastato, ma anche a gente come De Gasperi, La Pira, secondo il dettame che vuole la gente con le mani pulite pronta a sporcarsele per fare politica, amministrare, dare risposte a tutti i bisogni dei cittadini, anche grazie all’impegno ed al contributo di tutti, ognuno nel proprio campo e con la legalità ad essere sempre difesa dagli avvocati, dai giudici, dalle forze dell’ordine, pur a rischio della propria vita, come successi nei tanti anni sia del terrorismo che della lotta alla mafia”.

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