“Colto e mangiato”: quando il mantenimento della tradizione culturale passa attraverso la salvaguardia del comparto agroalimentare

Si è conclusa l’iniziativa “Colto e mangiato” che ha permesso di riflettere, grazie ad una interessante e ricca tavola rotonda, sulla contraffazione dell’agroalimentare italiano. «La legalità è un autentico motore di sviluppo», ci ricorda il procuratore Caselli, «perché qualunque recupero di legalità è un recupero di ricchezze per vivere meglio. La legalità conviene».
Sulla stessa scia di fiducia e ottimismo verso una risoluzione possibile, si colloca l’intervento dell’assessore Braia, il quale afferma «Siamo in un momento in cui tutti possiamo vincere: chi perde è il convitato di pietra, il contraffattore». Per vincere, bisogna mettere in campo strategie lucide e mirate come sostiene, infatti, l’ex ministro Pecoraro Scanio, secondo cui «Stiamo svolgendo da anni una lotta per non vederci imposti modelli agricoli improponibili». Dunque, recuperando il senso alto attribuito alla parola “colto” , inteso come dotato di cultura, «L’agroalimentare è mantenimento di tradizioni che diversamente andrebbero perse: questa non è forse già cultura?”, conclude il presidente nazionale della Federconsumatori Trefiletti, che invita a risolvere questa problematica per vederne arginate, di conseguenza, anche altre di carattere sociale. Le strade percorribili sono tante come, ad esempio, un possibile “osservatorio regionale”, che caldeggiato dal presidente della Federconsumatori Basilicata, Rocco Ligrani, unirebbe le autorità a diversi livelli e garantirebbe una maggiore tutela per i mercati, le economie e soprattutto per i consumatori.

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