CONFARTIGIANATO: IN BASILICATA PIU’ CONSUMI ENERGIA E BOLLETTE PIU’ PESANTI

In Basilicata si registra una dinamica dei consumi delle piccole e medie imprese per l’energia più che doppia della media (+7,5%), con la provincia di Potenza che occupa il primo posto della graduatoria per province (+8,9%). Lo riferisce Confartigianato Basilicata sottolineando che l’efficienza elettrica del sistema delle imprese mostra una sostanziale stabilità,
mentre prosegue la riduzione nel settore del Manifatturiero dove scende dell’1,7% il rapporto tra consumo e valore aggiunto, con un efficientamento che prosegue ininterrottamente negli ultimi sei anni e che nell’arco di un decennio cumula un miglioramento del 16,2%. L’analisi dei dati sui consumi elettrici settoriali evidenzia che la domanda di energia elettrica delle imprese ammonta a 205.119 GWh e risulta in salita dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio il 51,3% della domanda elettrica delle imprese è determinata dal Manifatturiero e un ulteriore 40,3% dai Servizi vendibili; seguono con il 7,5% le imprese di Energia ed acqua e con un limitato 0,6% quelle delle Costruzioni. Nel 2015 tra i maggiori settori la crescita dei consumi delle imprese è trainata dall’aumento del 4,4% della domanda nei Servizi e dell’1,4% nell’Energia ed acqua, mentre si riduce dello 0,4% nel Manifatturiero, il quarto annuo consecutivo di calo. Approfondendo l’esame settoriale nel Manifatturiero di base (25,5% dei consumi delle imprese) si osserva un calo dei consumi del 2,5%, più accentuato per Siderurgica (-5,0%) e Materiali da costruzioni (-2,1%) mentre è in controtendenza la Carta (+2,1%). All’opposto il consumo di energia elettrica del Manifatturiero non di base (che addensa il 25,8% del consumo totale delle imprese) registra un aumento dell’1,7%, più accentuata per Vestiario e abbigliamento (+5,4%), Mezzi di trasporto (+5,3%), Legno e mobilio (+4,0%), Calzature (+3,9%) e Meccanica (+2,1%). In particolare nei settori manifatturieri dove predomina l’occupazione in Micro e Piccole Imprese – Alimentare, Tessile, abbigliamento e calzature, Legno e Mobilio e Altre manifatturiere – i consumi elettrici nel 2015 tornano in territorio positivo, con un aumento dello 0,4% dopo quattro anni consecutivi di cali. Artigiani e piccole imprese – commenta Antonio Miele, presidente regionale Confartigianato -continuano a pagare l'energia elettrica il 34,2% in più rispetto ai loro colleghi europei. Il gap è sino a 2.980 euro ad impresa. E anche se a livello territoriale le imprese artigiane dei settori manifatturieri con spesa energia elettrica superiore al 2% del fatturato si concentrano principalmente al Nord, al Sud la disparità di trattamento fiscale che penalizza i consumi elettrici delle piccole imprese rispetto alle grandi aziende 'frena' ogni possibilità di ripresa. Secondo i dati del Centro Studi Confartigianato, il titolare di una pmi lucana paga l'energia elettrica 2.466 euro in più l'anno rispetto ai colleghi europei (media nazionale è di 2.259 euro all'anno in più rispetto agli imprenditori europei) collocando la Basilicata al nono posto nella specifica graduatoria del “caro energia” per regioni. E’ uno dei problemi maggiormente sentiti dalle piccole imprese che – aggiunge Miele - contestano da sempre quello che viene definito “il meccanismo degli oneri di sistema”. In soldoni: 11 balzelli che gonfiano del 45% la bolletta elettrica dei piccoli imprenditori. Una situazione che, per il presidente di Confartigianato lucana, è ancor più intollerabile in Basilicata, terra macrofornitrice di petrolio e gas, e paradossale al punto che il gas di derivazione dai pozzi della Val d’Agri è diventato un beneficio sia pure parziale per le famiglie di una decina di comuni della Val d’Agri ma non per le aziende che risiedono in quel territorio. Una regione che dispone di una società, la SEL, con una mission specifica, che non fa nulla per le aziende. Secondo il Presidente di Confartigianato il problema va risolto a monte: il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato. Innanzitutto va spostato sulla fiscalità generale parte del prelievo oggi concentrato sulle piccole imprese e deve essere ripartito in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda.

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