L’APPELLO DI GENTILONI AD INVESTIRE AL SUD “SFONDA UNA PORTA APERTA”

L’appello del Premier Gentiloni lanciato ieri da Matera ad investire al Sud raccoglie una nostra antica e sempre attuale sollecitazione. La UIL considera strategica la presenza dei grandi gruppi industriali presenti sul territorio e pertanto continua a sollecitare Governo e Regione intanto ad utilizzare bene le risorse esistenti per sostenere quelle iniziative produttive che vogliono puntare
sulla qualità delle loro produzioni, che vogliono misurarsi sul terreno dell’innovazione di processo e di prodotto, sui settori produttivi capaci di valorizzare l’originalità e la tipicità del “made in Basilicata”, a partire dall’alimentazione per finire alla modernizzazione dell’artigianato, dei prodotti agricoli di qualità e dei vecchi mestieri. 

La Basilicata, come il resto del Sud, ha bisogno di investimenti per sviluppo ed occupazione passando dal Patto per il Sud, l’accordo Stato-Regioni, ad opere infrastrutturali, cantieri, occasioni per tenere i giovani sui territori. Noi crediamo nella sfida della ‘crescita intelligente‘: un qualcosa che ancora non c’è. Per favorire questo processo, la Basilicata e il Governo devono mettere sul piatto risorse significative. Si faccia un vero unico ‘polo tecnologico‘ regionale, compartecipato pubblico-privato, operante in due-tre campi privilegiati, prescelti in coerenza con la programmazione dello sviluppo regionale con Fiat ,Barilla, Ferrero, Natuzzi, con chi ci sta a ‘pensare in grande’.


Anche partendo da FCA di Melfi, sicuramente ancora una grande opportunità ed un punto fermo degli assetti produttivi regionali; anzi una sorta di vettore strategico per intessere relazioni sovra regionali, poggiando su di una rete possibile di scambio con gli altri ambiti regionali dove insistono altre strutture produttive, Fiat. Così solo si è credibili nel confronto con la grande impresa, così solo metti mano ad una vastità di fenomeni nuovi: dall’auto all’idrogeno al claster nazionale su ‘’Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina” ed ad un Contratto di rete Automotive Italia. In sintesi cosa occorre. Primo: portare benefici, risorse occupazione e non stare ad attendere, aspettare, giocare di rimessa. Serve la definizione di nuove linee produttive di sfruttamento in loco dei derivati, con microinterventi nella ‘chimica fine’ e dei nuovi materiali, delle bioplastiche, del farmaceutico e del biosanitario. Un potenziale produttivo di questo pacchetto che può generare occupazione per circa 3000/4000 unità. Secondo: riportare nei nostri canali locali più gas di quello prodotto in loco. Tanto, troppo gas viene immesso nella circolazione nazionale. Poco troppo poco nella rete locale dei nostri territori.

Carmine Vaccaro
segretario regionale Uil Basilicata

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