La moda sogna e disegna un futuro preromantico. Gli abiti essenziali e funzionali che
avevano dominato gli ultimi anni del secolo scorso e gli inizi del Millennio, lasciano il posto
a volute e maniche a sbuffo, che riattualizzano fanno rivivere le suggestioni del tardo
settecento e del primo ottocento nella ricerca di un fasto, più immaginato e immaginifico,
più che intimamente vissuto, quasi in stile Secondo impero.
Anche il cinema riscopre e asseconda questo trend scendendo in provincia a cercare
ispirazione in un mondo magico e ammantato di mistero. È questa la chiave per capire e
interpretare il revival delle pellicole in costume che hanno trovato nella Puglia la location
ideale.
La Murgia del tarantino e del barese è diventata lo scenario più congeniale, con le
sue Gravine e Lame, per reinventare castelli e luoghi fantastici.
A beneficiare di questo nuovo filone, oltre ai paesi rivieraschi di quella che fu la Magna
Grecia, è anche Ginosa.
Esce giovedì in anteprima nazionale, il film storico favolistico, Agadah, una sorta di
viaggio di iniziazione, tratto dal romanzo “Il manoscritto trovato a Saragozza”, un racconto
francese del conte polacco Jan Potocki.
Nella fiction Ginosa diventa un vero e proprio set a cielo aperto. Un paese e una
comunità si vestono di pizzi e crinoline d’epoca, per fare del centro storico una bomboniera
d’altri tempi. Sulle ali del gran Tour si infittisce il mistero.
Il tuffo nel passato, oltre che dalla natura accogliente screziata dei luoghi, è resa possibile
da tutta una serie di maestranze e di talenti locali che hanno messo al servizio del sogno
di celluloide la loro sapienza artigianale e sartoriale, ormai squadre di falegnami, attrezzisti
e truccatori di Ginosa e dintorni sanno che la crisi si combatte anche al cinema.
I ciak della pellicola con Alessio Boni, nel ruolo dell’antagonista, hanno permesso ad
esempio alla sarta e costumista ginosina Paola Buttiglione, di affacciarsi al mondo delle
grandi produzioni come sarta esperta e profonda conoscitrice della storia del costume nei
secoli. Ha collaborato ai rimaneggiamenti degli abiti settecenteschi che fanno da cornice
all’intreccio narrativo isola ha realizzato alcuni di più importanti accessori di scena.
Per lei,
la partecipazione a questo film è stata una vera rampa di lancio che l’ha proiettata verso
nuovi e sempre più prestigiosi traguardi in una difficile carriera che l’ha vista poi
collaborare con la 01 distribution, nell’allestimento di costumi del film “Chi m’ha visto?” Con
Beppe Fiorello e Pierfrancesco Favino e non ultimo il film olandese pluripremiato, con un
regista da Óscar come “Tulips”. Ora lavora in gran segreto nell’ambito di una fitta serie di
progetti cinematografici. Si schernisce, ma sta diventando un punto di riferimento per le
troupe che scelgono il Sud per le loro produzioni.
Paola non si fa illusioni. Il lavoro si nutre di umiltà e di fatica. Ma trasferitosi col suo
laboratorio di alta sartoria a Matera, sa che un sogno può nascere anche nella ventosa
solitudine dei Sassi di Matera, che lei ha scelto come patria d’adozione, o tra i nostri
bellissimi muretti a secco.
. bisogna crederci e non arrendersi.
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