L’Amministrazione Comunale di Filiano sugli abusi edilizi: accelerare la definizione delle 234 pratiche di condono edilizio risalenti al 1985
Prendiamo spunto dalla nota diffusa dai colleghi consiglieri del Movimento 5 stelle per intervenire
sulla questione del condono edilizio, rispetto al quale si stanno ultimando le istruttorie delle pratiche
giacenti dal lontano 1986 e riferite alla legge n. 47 del 1985.
Questa breve premessa evidenzia, in maniera lampante, che si sarebbe dovuto provvedere sulle
domande già da qualche decennio, cosa che, evidentemente, non avrebbe portato consensi alle
amministrazioni che si sono succedute.
L’istituto del condono edilizio consente di sanare un’opera abusivamente realizzata (e quindi
illegale) oggetto di autodenuncia da parte dello stesso cittadino, il quale, avendo violato le norme
regolamentari, ha la necessità di definire giuridicamente ed urbanisticamente la proprietà, con ogni
immaginabile conseguenza positiva per gli aventi causa, al fine di evitarne la demolizione.
La volontà del cittadino di definire la propria domanda di condono edilizio, quindi, coincide con
quella dell’Amministrazione di definire la propria situazione giuridica.
Al contrario di quanto inopinatamente propalato dai nostri illustri colleghi consiglieri comunali,
questa Amministrazione ha avuto l’indiscusso merito, il fermo coraggio e l’inusuale onestà, non
solo di corrispondere alle ormai vetuste esigenze dei cittadini richiedenti, i quali – dietro domanda
inoltrata – attendono (dopo 30 anni) una risposta, ma anche di recuperare somme dovute;
conseguendo, così, il doppio risultato di dare finalmente certezza giuridica alle proprietà
immobiliari dei filianesi oltre ad incamerare delle somme utili e dovute per legge.
Con questa operazione, lo si ribadisce, non si è badato a sterili rigurgiti di impopolarità, bensì, in
ossequio a fondamentali regole contabili e di rispetto della legge, argomenti tanto cari
(evidentemente ad intermittenza) ai nostri colleghi pentastellati, a ripristinare una legalità violata
ma sanabile.
Non senza considerare che non si poteva, e non si può, discriminare una volta in più i nostri
cittadini che hanno agito nel rispetto del regolamento edilizio in contrapposizione a chi lo ha
volutamente violato.
Se da una parte, infatti, ci sono dei cittadini a cui la situazione “ingessata” potrebbe anche fare
comodo, poiché nel limbo è preclusa ogni eventuale azione di carattere penale, ma tuttavia non di
demolizione dell’immobile, dall’altra ci sono altri cittadini destinatari di eredità o intenzionati a
vendere o comprare un immobile, per i quali la sanatoria di abusi risulta fondamentale.
Si rimarca il fatto che solo una legge dello Stato ha consentito loro di poter sanare gli abusi
commessi e che, sempre in ossequio alla stessa legge, il Comune è chiamato a definire le relative
domande, tanto che già nel 1998 sono state chieste integrazioni alle domande presentate.
Nella consapevolezza che stiamo agendo non soltanto per il buon andamento dell’Amministrazione,
a mente dell’art. 97 della Costituzione e rispettando quanto previsto dalla stessa legge n. 47 del
1985, ma anche e soprattutto per il bene dei cittadini istanti, i quali reclamano la definizione delle
loro legittime istanze, prova ne è il fatto che alcuni di essi sono nel frattempo deceduti in attesa di
una risposta.
Pertanto, invitiamo la Cittadinanza a non prestare ascolto a quanti demagogicamente invitano ad
una dannosa ribellione, non si sa in quale forma, poiché questa si risolverebbe a danno non tanto
dell’Ente ma degli stessi richiedenti. È solo il caso di evidenziare che l’abuso edilizio è un illecito
amministrativo che non si prescrive mai.
Gruppo di Maggioranza Democrazia Partecipata
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