febbraio 2018
Cum’ agg’ saù d’
Sarachedda?/S’ndenn’ parlà d’ sta manera“/Chi è? T’ sì magnà sarach’?”,/quann’
qualcun’ b’vìa assai;oppur’ “/E vist’ a qquedd’? M’ par’ Sarachedda!”,/parlann’
d’ qualcun’ secch’ assai./Perciò, na vota, addummannai a mi sir’/:“Chi foss’
stu famos’ Sarachedda?”/“Ma com’? Nun u sai?”- m’ r’spunnes’- “è a masch’ra d’
Putenza!/Cum Pulcinella è a masch’ra d’ Napul’./Sol ca quest’ è furb’,
allegr’,/canda, balla e magna semb’ ./Sarachedda nostr’ invec’ è buon’
buon’,/Cu na faccia ammusciara, u nas’ ross’,/e d’uocchij p’sc’lenn’ pu tropp’
fredd’./È secch’ cum a nu chiuov’/e u v’stit’ è tutt chien’ d’ purtus’,/ca
mangh’ cchiù i ppezz’/i ponn’ cumm’glià./S’ magna sarach’ e c’rasedd’,/perciò
ten’ semb’ secca./E men’ mal’ ca a Putenza/nun mangan’ i ffundan’!/Addù s’
trova trova s’ fa na b’vura/e, pov’r om’,/cu ttanda dignità tir’ a cambà.”
Maria Triani, socia
dell’Associazione “ Donne 99” di Tito ha scritto questa poesia in occasione
della festa di Carnevale dell’associazione. Giovedì 8 febbraio 2018, dalle 18
alle 21,più di cinquanta persone nella biblioteca comunale di Tito si sono
divertite in modo intelligente.
La presidente Luisa Salvia,
anima dell’incontro, ha chiesto ai cultori di storia locale dei paesi vicini di
portare a Tito i costumi della tradizione e Ruoti, Abriola, Brienza e Tito
hanno accolto l’invito.Costumi tradizionali maschili e femminili della
Basilicata sono stati presentati e ammirati. In occasione di fidanzamenti e
matrimoni, ma anche per i funerali, gli uomini indossavano camicie bianche e
pantaloni di velluto, le donne ampie gonne di panno plissettato su camicie
bianche. “Fasce rosse in filigrana d’oro rendevano da vespa il vitino delle più
giovani, che sfoggiavano corpetti di oro zecchino”, raccontano le sorelle Tina
e Patrizia Arte di Picerno, mostrando i capolavori ricevuti in eredità dalla
bisnonna.
Le giovani socie non conoscevano
questo ricco patrimonio della nostra tradizione e hanno apprezzato
l’approfondito lavoro di ricerca delle socie che che hanno raccolto 37
riproduzioni di costumi tradizionali dei paesi della nostra regione.
Il re di Napoli Ferdinando II,
alla ricerca di soggetti per le sue ceramiche, avevano mandato in tutto il sud
artisti che, colpiti dalla bellezza dei costumi tradizionali maschili e
femminili della Basilicata, li avevano riprodotti su stampe che sono arrivate
fino ai nostri giorni e che le socie hanno raccolto e presentato durante la
serata.
Non è mancata la musica perchè
Vito con il suo organetto ha cantato la dichiarazione dell’ innamorato alla sua
bella e subito dopo ha accompagnato i presenti che si sono esibiti in
canti, quadriglie e tarantelle.
Antonella Pinto, pasticciera provetta, ha dato
fondo a tutta la sua maestria con chiacchiere multicolori e altri dolci
tradizionali. E poi ancora poesie originali di Carnevale del gruppo di “
poetesse in erba” dell’associazione e maschere create per l’occasione,
indossate con grazia per divertirsi e divertire.
Un tempo ben speso per
continuare a conoscere e gustare la vita.
Mario
Coviello
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