“Piccolo è bello”. Le scuole di Avigliano Scalo, San Nicola e Giuliano dell’Istituto Comprensivo Busciolano di Potenza con l’Unicef per aiutare chi soffre.

Mario Coviello con gli alunni di Avigliano scalo 

Avevo preso l’impegno con la dirigente scolastica Lucia Girolamo di completare il mio viaggio come presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza nelle scuole che appartengono all’Istituto Comprensivo “Busciolano” di Potenza e il 21 e 23 febbraio ho incontrato gli alunni e i docenti delle tre scuole di Avigliano Scalo, San Nicola e Giuliano. Tre scuole dell’infanzia e primaria con circa 50 alunni per ciascuna alla periferia di Potenza. Edifici spaziosi, riscaldati, allegri, con insegnanti appassionati, bidelli e personale di mensa partecipi. Piccolo è bello perché ci si chiama per nome, si cura insieme giorno dopo giorno ciascun alunno, e in particolare gli alunni in difficoltà, i diversamente abili. Prima tappa il 21 febbraio ad Avigliano Scalo. “I bambini non possono essere ripresi, solo di spalle possiamo fotografarli” è la raccomandazione della responsabile di plesso Mecca Donatina quando tiro fuori il mio i-pad. L’audio della lim non funziona bene, ma non importa sento tanta attenzione che mi conforta quando comincio a presentare il logo dell’Unicef, racconto dei 22.000 bambini che muoiono nel mondo ogni giorno per fame, sete, mancanza di cibo, guerre e bisogna gridare “ STOP”. Chiedo cosa è il piccolo velo bianco che porto con me (la zanzariera) che mostro tra i banchi. E ancora cosa è il plumpynut (cioccolato e nocciole altamente nutrienti) , a cosa servono le bustine di sali minerali , il centimetro di carta che misura il polso dei neonati denutriti. I piccoli e i grandi tentano risposte. Qualcuno ha visto alla televisione i filmati dell’Unicef e spiega ai compagni. Il cartone animato della pigotta che porta questo nutrimento e queste difese a Eric e Nicole aiuta anche i più piccoli a capire meglio. Sono loro che mi consegnano contenti la somma che hanno raccolto. A tutti distribuiscono il calendario Unicef e i diritti dei bambini spiegati dalla Pimpa. 


 Il 23 febbraio la giornata è più impegnativa. Donato Nolè, mio amico e docente responsabile di plesso, mi dà per strada le ultime indicazioni perché mi sono perso. Finalmente arrivo e insieme nell’aula con la Lim addossiamo i banchi alle pareti per far posto alle sedie. Davanti quelle per i più piccoli e dietro e sui banchi i più grandi. Lucia Nolè, docente di seconda, volontaria Unicef mi racconta che ha creato con noi le bomboniere e mi fa vedere che ognuno dei suoi bambini ha il segnalibro Unicef con la frase “ Fare il bene fa bene” scritta anche in braille. Tutti sono vivaci, attenti, preparati. Il video dell’Unicef del regista Nicola Campiotti che celebra i 25 anni della Convenzione Universale dei diritti del bambino e dell’adolescente introduce la conversazione. Parliamo di diritto al gioco, all’istruzione, alla salute. E il filmato di Vola Tonia che non respira più per la polmonite e viene salvata dalle medicine e dagli infermieri dell’Unicef li commuove. Con orgoglio raccontano che insieme i tre plessi hanno adottato bambini a distanza. Anche qui l’impegno ad aiutare l’Unicef con piccoli sacrifici: rinunciare alle patatine, alle bustine di calciatori. Ho ancora qualche difficoltà quando sbaglio la strada al ritorno. Ho finito anche i calendari e devo passare dalla sede dove Anna Maria Giambrocono me li ha già preparati. Sulla strada per Giuliano, Antonella Pangaro, la docente responsabile di plesso, mi informa che i piccoli e grandi sono già in palestra e si scusa perché è impegnata con la scuola in ospedale a Potenza. Mi accolgono i ragazzi di quinta con la loro docente. Hanno preparato una scatola salvadanaio con la scritta Unicef, e tante bandiere colorate di molti paesi e le loro offerte. Ci raccogliamo nell’aula con la Lim: è piccola e fa caldo, ma tutti sono attenti e concentrati, anche i bidelli che mi aiutano con l’interruttore della luce e curano i diversamente abili con i docenti di sostegno. Sono le scuole in emergenza dei piccoli Ali e Gaith che sono scappati da Bagdad e vivono in un campo profughi, di Michel che frequenta la scuola in una tenda dopo un maremoto che colpiscono i ragazzi e le ragazze. Stimolati raccontano di genitori e maestre che li ascoltano, che superano con l’aiuto dei compagni le difficoltà. Fedez in Libano in un campo profughi come ambasciatore Unicef li rapisce. 


 A Giuliano ci sono anche due mamme che seguono, filmano e alla fine mi ringraziano:”E’ interessante quello che abbiamo visto. Grazie vi daremo una mano anche noi.” 

Mario Coviello

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