Scoperta a Potenza una truffa ai danni di alcuni giovani disoccupati


Associazione per delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio e auto riciclaggio è l’ipotesi di reato contestata a tre persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Potenza su disposizione del gip del capoluogo. Gli arrestati, D. R. (in carcere), O. C. e D. P. (entrambi ai domiciliari) secondo le accuse avrebbero posto in essere “collaudate condotte criminali ai danni di giovani alla ricerca della prima occupazione”. Le indagini, coordinate dalla Procura di Potenza, hanno preso il via da una denuncia di Banca Prossima Spa presso la quale lavorava D. P., (poi licenziato) a cui era stato contestato dalla banca stessa la concessione di affidamenti, su conti correnti intestati a soggetti (spesso associazioni) senza procedere ad alcuna istruttoria, con accertate incongruenze e irregolarità. Gli approfondimenti di indagine hanno consentito di appurare che alcuni giovani senza lavoro o in cerca di prima occupazione erano stati individuati e contattati da C., presidente di un comitato di quartiere. Successivamente gli stessi venivano invitati a presentarsi presso gli uffici di Banca Prossima dove alla presenza di C. e R. (che si qualificava come operatore del terzo settore) venivano indotti a firmare contratti di apertura di conto corrente e di affidamento, intestati a fantomatiche associazione di cui erano stati nominati presidenti. In tal modo venivano creati conti correnti intestati ad associazioni no profit su cui – spiegano gli inquirenti – grazie a Potenza si attivavano linee di accreditamento e fido per 30mila euro ciascuno. Tali conti venivano poi “svuotati” da R. attraverso ricariche di carte di pagamento, bonifici o prelievi bancomat, creando in tal modo ingenti volumi di indebitamento per i giovani che rappresentavano le associazioni. Inoltre con analoghe condotte fraudolente gli indagati avrebbero fatto sosttoscrivere a due dei giovani truffati alcuni contratti di finanziamento per l’acquisto di altrettante vetture, di cui le vittime non avevano mai avuto disponibilità. R. e C. inoltre, avrebbero provveduto a disperdere le tracce della provenienza delittuosa dei proventi delle truffe, facendo transitare, momentaneamente, una parte di essi su conti correnti e carte postepay di conoscenti integrando così il reato di auto riciclaggio. Dalla ricostruzione dei flussi finanziari, riconducibili agli indagati, i proventi illeciti conseguiti dall’associazione criminale, tra il 2016 e il 2017, ammontano a circa 313mila euro. Per altre sei persone è stato invece notificato l’avviso di garanzia.

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