Il percorso delle celebrazioni
La duplice occasione intorno alla quale si è organizzato il programma – centocinquanta anni della nascita
nel 1868 e cento anni dalla formazione del Governo da lui presieduto nel 1919 – offre uno straordinario
crocevia di memorie pubbliche e private capace di far intendere, con una intensità inedita, la ricchezza
dell’esperienza intellettuale e politica di Francesco Saverio Nit.
La scelta dei luoghi come filo conduttore di questo programma è stata motivata proprio da questa
circostanza. Nulla più dei luoghi, infat, che hanno fatto da sfondo alla sua vita possono fare da scenario e
lasciar comprendere la sovrapposizione tra biografia e storia, tra sentimenti maturati nella vicenda
personale e idee tradotte nella battaglia culturale e nell’azione politica.
La ricchezza della personalità di Francesco Saverio Nitti, nel quale vivono un originale economista e un
coraggioso uomo politico, un convinto meridionalista e un europeo che dialoga su scala mondiale, uno
scrittore efficace e un meticoloso organizzatore, trova la sua origine nella ricchezza delle sue vicende di vita
e in attraversamenti di universi che dal Mezzogiorno contadino lo proiettano fino a quel palcoscenico
doloroso e internazionale che è Parigi.
Ecco, dunque, che il programma prende le mosse da Melfi, il luogo della nascita, dei legami familiari, delle
relazioni che la successiva politica, a lui poi deputato di Muro Lucano, renderanno più strette e non meno
sincere. E che termina idealmente a Maratea , una Basilicata altra dallo spigoloso Mezzogiorno delle origini,
e alla quale affida un illusorio progetto di quiete.
Tra questi due termini , Napoli, il luogo della formazione e dell’affermazione intellettuale. La protagonista
delle prime grandi battaglie civili e del primo impegno politico, il naturale sviluppo di ciò che egli aveva
compreso nella sua Basilicata, ma che aveva bisogno di essere accolto da quella che rimaneva, pur sempre,
la grande capitale dell’antico Regno.
E poi Roma e Milano , capitali, a loro volta entrambe, di un’Italia dell’amministrazione e della produzione:
aspet di un paese moderno che Nit coltiva con pari forza, sapendo quanto la pianta dell’uno come
dell’altra sia, nell’Italia del primo Novecento, assai gracile. E infine Parigi , esilio inatteso e voluto, che
diventa un osservatorio straordinario per riflettere su tutto quello che era accaduto in Italia come in Europa
e tutto quello che può ancora accadere, se non si è pronti ad un agire che è morale, ancor prima che
economico o politico. Parigi è l’Europa ed il mondo, con il quale Nit dialoga attraverso corrispondenze
private e pubblicistica di circolazione internazionale.
E come nei luoghi prima vissuti aveva compreso problemi che stringono da vicino l’attualità dei nostri giorni
– il divario Nord-Sud, la fragilità della democrazia politica quando non è fondata sulla democrazia
economica, cioè su un plausibile livello di eguaglianza sociale; le derive autoritarie alle quali l’Italia è
facilmente esposta – così a Parigi egli vede i mali dell’Europa, le meschinerie nascoste nelle pieghe di una
gloriosa civiltà, e ne sperava allora, come speriamo noi oggi, di evitarne la disgregazione.
Luigi Mascilli Migliorini
Presidente del Comitato scientifico della Fondazione Nitti
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