Nella scuola dell’infanzia e primaria di S. Antonio Casalini la gentilezza è di casa

Con il Comitato Provinciale Unicef di Potenza inizia il percorso di educazione emozionale. 


 Gli alunni e le maestre della scuola primaria di S. Antonio Casalini. 

Se siete soliti navigare e informarvi su internet, avrete probabilmente notato un dettaglio molto allarmante: sembra che la gentilezza stia andando fuori moda. Fino a pochi anni fa, quando le persone erano ancora abituate a parlarsi a voce, ad abbracciarsi e a sorridere, era normale assistere ad episodi in cui dei perfetti sconosciuti potevano trovarsi a scambiarsi un aiuto reciproco o a condividere momenti di socialità. Oggi tutto questo sta scomparendo. Anche per questo Il Comitato Provinciale Unicef di Potenza incontra le maestre e gli alunni con “ Non perdiamoci di vista” la proposta educativa Scuola Amica Unicef per prevenire bullismo e cyberbullismo. Martedì 15 gennaio 2019 arrivo nella Scuola dell’infanzia e primaria di S. Antonio Casalini verso le 9,30. Sono qui come presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza per cominciare “ Non perdiamoci di vista” la proposta di scuola Amica Unicef per prevenire, con l’educazione emozionale, bullismo e cyberbullismo. La volontaria Unicef e coordinatrice del plesso l’insegnante Rosanna Leone mi ha chiesto di venire di martedì perchè sono a scuola anche le altre tre insegnanti Monica Ricca,Gerardina Cerone e Francesca Del Giudice che devono portare avanti il progetto con lei . Mi riscalda subito il sorriso dei due bidelli, che già conosco. Mi offrono il caffè e mi anticipano che la maestra Rosanna ha portato da Bella le paste di mandorla, sapendomi goloso. Questa accoglienza mi fa bene al cuore e sono pronto per cominciare con i piccoli della scuola dell’infanzia. 


 I piccoli della scuola dell’infanzia con la maestra Anna Rita Volpe 

Mi vedono con le borse e mi chiedono come mi chiamo e cosa devo fare. Anna Rita Volpe la loro insegnante mi sorride e mi accompagna con la sua presenza discreta. Tiro fuori la pigotta, la bambola di pezza dell’Unicef e la faccio toccare ai bambini. Incuriositi si avvicinano e, sollecitati, mi dicono che è di stoffa e di lana. Dico loro che si chiama Asha, che viene da Muro Lucano, che è stata fatta a mano da persone buone che vogliono aiutare gli altri. Apro sul tavolo il gioco della pigotta e con l’areo partiamo per l’Africa perchè le foto raccontano che lì ci sono tanti bambini che hanno bisogno di cibo, medicine, acqua, scuole. Asha riceve molte richieste di aiuto e i piccoli con me e la maestra diventano dottori,muratori, insegnanti per aiutare gli amici che non hanno nulla. 


 Eccoli con i loro giocattoli. 

Poi ci mettiamo in cerchio, ci diamo la mano e ognuno dice il suo nome e presenta il giocattolo che ha portato con sè : due motociclette, molti peluche, alcune fotografie. Oggetti che raccontano l’amore per loro di mamma e papà.I piccoli hanno fame ed è venuto il momento di conoscere i ragazzi della scuola primaria. Formiamo nel corridoio un grande cerchio. Obbligo i maschi e le femmine, i più piccoli e i più grandi a mescolarsi e cominciano, tenendoci per mano. Ciascuno dice il suo nome, l’età, come si chiamano mamma e papà e i fratelli e le sorelle.Raccontano che vogliono diventare calciatori, molti, parrucchiere, estetiste, maestre. Alcuni confessano che a loro la scuola non piace. Tutti litigano con i fratelli e le sorelle che toccano la loro roba, i loro giocattoli. 


 E questi sono i più grandi. 

Anche le maestre parlano dei figli, del marito, dell’amore per la scuola, per l’arte, per la bellezza. Raccontano gioie, dolori, fatiche, rinunce.E i ragazzi le osservano, ascoltano, sorridono. Nel secondo giro presentano gli oggetti del cuore: le fotografie di quando erano piccoli, quelle dei compleanni, gli orsacchiotti e le bambole che fanno compagnia quando si ha paura del buio, della solitudine, quando si è molto arrabbiati e ancora molti giocattoli, qualche pallone… Il percorso continua. Consegno alle docenti una pennetta con i laboratori sulla gentilezza e l’educazione emozionale. E’ programmato anche un incontro con i papà e le mamme sull’uso consapevole dei social media: i mezzi di comunicazione sociale, a partire dal cellulare. Chiudo l’incontro parlando dell’Unicef e della sua campagna per garantire il diritto all’istruzione per i bambini che vivono in zone di guerra. Tutti hanno portato almeno un euro. Siamo vicini alla meta. Riusciremo con Bella e San Cataldo a comprare per loro una valigia che ha il suo interno penne, quaderni, colori…per quaranta bambini. Grazie maestre, grazie bambini. 

Bella 15 gennaio 2019 Mario Coviello

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