“L’educatore lucano. La scuola e i maestri nella Basilicata postunitaria”. E’ il titolo del libro di Michele Pinto che marcoledì 6 giugno sarà presentato presso la sala Inguscio (via Verrastro) alle 17.30


Scrivere un libro sulla scuola nella Basilicata postunitaria, non è solo il frutto di una attenta e preziosa ricerca che Michele Pinto ha realizzato ripercorrendo le vicende che hanno portato alla costruzione della scuola di Basilicata dopo il 1861 -e che diventa “prezioso patrimonio” per raccogliere e documentare la nostra storia lucana-, ma è qualcosa di più, per due motivi. 

Il primo rinvia all’autore, alla sua identità e vocazione di educatore, maestro, professore, direttore didattico e Dirigente scolastico. Pinto, oggi Dirigente emerito, ha una ricca esperienza nel campo educativo che ha esercitato con la massima esemplarità, tanto da essere insignito dal Presidente della Repubblica (con decreto del 2 giugno 2012) dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica”. L’altro motivo, che si innesta sul primo, è la riflessione e gli stimoli tra le righe, che l’autore rievoca attraverso i vari passaggi storici per ri-pensare alla scuola di oggi, soffermandosi, in particolare, su tutti quegli insegnanti lucani (di ieri e di oggi) che con il loro lavoro, la loro professionalità “hanno contribuito e contribuiscono ad educare uomini e cittadini alla convivenza civile e democratica”. Michele Pinto ci regala, nei dieci capitoli, una interessante e affascinante narrazione storica della Scuola lucana. Una ricostruzione della scuola meridionale, del passaggio che prepara la laicizzazione e relativo controllo dello Stato sull’istruzione e la divisione fra istruzione superiore e primaria. Una lettura che appassiona perché ripercorre personaggi, fatti e avvenimenti della scuola lucana che si intrecciano con un cambiamento auspicato da più parti. E dunque il lettore prima di imbattersi nella scuola del primo decennio unitario ha un quadro preparatorio della “Scuola e società del Mezzogiorno d’Italia dal secondo ‘700 alla vigilia dell’Unità nazionale” (come titola il primo capitolo). A seguire man mano l’evoluzione del cambiamento che viene fatto da due maestri “innovatori”, come l’autore li definisce: Vincenzo Solimena e Giovanni Plastino. E con loro si registra anche un fermento didattico-pedagogico testimoniato da una serie di riviste, tra le tante spicca “L’educatore lucano” proprio a cura dei due maestri rioneresi. Inoltre l’autore sottolinea e riporta, da storico puntuale, le conferenze pedagogiche di Benevento e Napoli con lo scopo di “accendere negli animi lo studio della pedagogia – le parole del pedagogsta Salvatore Colonna che l’autore riporta a pag. 123- e far sentire i bisogni delle scuole e degli insegnanti, e preparano la pubblica opinione alle riforme che sono reclamate da nuovi tempi e dalle nuove idee”. Il volume (184 pagg. pubblicato dall’Associazione Culturale Memopolis di Rionero –stampa www.graficadilucchio.it) riporta un interessante elenco delle Fonti (pag. 175-183) e inoltre si arricchisce della prefazione del Dirigente Tecnico MIUR, Gerardo Antonio Pinto e della postfazione del Sindaco Antonio Placido. Alla presentazione del volume, oltre all’autore, interverranno: Matilde Misseri (Anils), Daniela De Scisciolo (Cidi Potenza), Anna Maria Bianchi (vicepresidente regionale Aimc), Emilio Lastrucci (presidente nazionale As.pe.i.), Gerardo Antonio Pinto (Dirigente tecnico Miur), Debora Infante (Dir.uff.3 ambito territoriale di Potenza). Al presidente del Consiglio regionale Vito Santarsiero le conclusioni. A coordinare Ione Garramone.

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