Un ventenne nel 2020 impiegherà 18 anni per rendersi autonomo: la “staffetta generazionale”

L’ “Allarme giovani” lanciato oggi dalla fondazione Bruno Visentini con il Rapporto presentato alla Luiss - così sintetizzabile: un ventenne nel 2020 impiegherà 18 anni per rendersi autonomo, nel 2030 avrà bisogno addirittura 28 anni, diventando dunque 'grande' a 50 anni – rilancia quel patto generazionale che consenta di dare stabilità ai giovani e flessibilità in uscita agli anziani che vede da tempo
impegnati Uil Pensionati e Uil. Si pensi che solo nella P.A. in Basilicata la “staffetta generazionale”, vale a dire un passaggio di testimone morbido fra un lavoratore over 60, prossimo al raggiungimento dell’età per la pensione, e un giovane inoccupato o disoccupato potrebbe produrre solo in un arco temporale limitato almeno 5-600 nuovi posti. Un’opportunità che, in altre Regioni, tra cui il Piemonte, è già realtà. Lo strumento guarda alla doppia esigenza di favorire un ricambio generazionale e di offrire al contempo, a chi sta per uscire dal mondo del lavoro, una progressiva riduzione del proprio impegno. Purtroppo come ci riferisce una ricerca Censis oggi giovani precari, domani anziani poveri: il 65% andrà in pensione con meno di mille euro. La “generazione mille euro” a fine carriera avrà ancora meno. La ricerca è un monito per il sindacato: il 40% dei lavoratori dipendenti di 25-34 anni ha una retribuzione netta media mensile fino a mille euro. E in molti si troveranno ad avere dalla pensione un reddito più basso di quello che avevano a inizio carriera. La previsione riguarda i più fortunati, cioè i 3,4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard. Poi ci sono 890.000 giovani 25-34enni autonomi o con contratti di collaborazione e quasi 2,3 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. Se continua così, i giovani precari di oggi diventeranno gli anziani poveri di domani. Per questo la Uil insiste per un patto generazionale. Inoltre, il coinvolgimento per tre anni in un patto generazione di circa 2 milioni di cittadini pensionati sottoscrittori posizionati nella parte apicale delle fasce pensionistiche con un intervento rigorosamente progressivo rispetto sia alla capacità contributiva che ai contributi versati, proposto dalla Fondazione Visentini, raccoglie le nostre indicazioni. Tutto ciò – come indica lo studio – si può raggiungere attraverso incentivi fiscali e la creazione di un adeguato Fondo di solidarietà per le politiche giovanili in grado di rifinanziare molte delle misure messe in campo dal Governo e mappate nel rapporto, nonché misure straordinarie di contributi e la creazione di strumenti finanziari in grado di moltiplicare l’effetto e sostenere la strategia delineata, mirante a sostenere quantomeno il costo che il nostro Paese sostiene per i Neet.

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