TG7 Basilicata 12 Luglio 2020. La Lucania che legge, la Lucania che scrive. Mimmo Sammartino, Il paese dei segreti addii



Mimmo Sammartino è il quarto scrittore lucano che Circolo Silvio Spaventa Filippi presenta nell'ambito dell'iniziativa in rete "La Lucania che legge, la Lucania che scrive". Sammartino legge un passo del suo libro "Il paese dei segreti addii" Hacca edizioni. 📙📌 Domenico (Mimmo) Sammartino, giornalista dal 1986, responsabile della redazione potentina della Gazzetta del Mezzogiorno dal 2000 al 2018, presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti dal 2010 e, dal 2 luglio scorso, presidente della Fondazione Leonardo Sinisgalli. Si occupa di letteratura e teatro. Ha, tra l’altro, pubblicato con l’editore Sellerio Vito ballava con le streghe (2004, premio speciale della giuria per la narrativa del Premio Letterario Basilicata 2005), Un canto clandestino saliva dall’abisso (2006). Con Hacca edizioni ha pubblicato Il paese dei segreti addii (2016, candidato al Premio Strega 2016, premio speciale della giuria per la narrativa del Premio Letterario Basilicata 2016, premio Carlo Levi 2017), Vito ballava con le streghe (2017, nuova edizione), Ballata dei miracoli poveri (2019). Vito ballava con le streghe dà voce al racconto su un percorso letterario che collega i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa nelle Piccole Dolomiti Lucane: il percorso delle sette pietre. 📖⬇ Il paese dei segreti addii, Hacca edizioni. “Un rivolo scarlatto come sangue sporcò la neve, che pareva un’offesa. E tutti pensarono che fosse accaduto qualcosa di irreparabile”. Comincia con un mistero di neve il Natale di Pietrafiorita. Sullo sfondo, un borgo d’Appennino che si spopola. Il paese dei segreti addii si fa guscio vuoto nel suo tempo lento e inesorabile. In questo microcosmo, consuma la propria esistenza una umanità di margine: profeti, disertori, mutilati, angeli, zingari, ubriaconi, ninfomani, beghine, sordomuti, sciamani, musici falliti, sbirri, preti, truffatori, cantastorie. Uomini che partono per il mondo e qualche volta ripercorrono la strada a ritroso. È qui che tornano a cercarsi i padri e i figli che si sono perduti. È qui che padri e figli imparano di nuovo a sognarsi. Pietrafiorita resta però lontananza. Sguardo d’Appennino che domanda al destino o alla fortuna se possa ancora esistere una terra di ritorno. Eppure nel villaggio, refrattario a storia e geografia, dove tutto accade come un’eco, non sono risparmiati i dolori: la disfatta del Don, l’8 settembre, l’eruzione del Vesuvio, l’occupazione delle terre, la tragedia di Marcinelle. È qui che il vecchio Geremia, morto molti anni prima (come attesta inequivocabilmente la lapide piantata nel camposanto), può conoscere l'amore. Per gli occhi d'oliva di Giuditta, il sogno negato quand’era solo un ragazzo. E poi, in una fioritura di biancospini, per Giuditta Seconda, l’abbraccio di carne che viene quando il Senzanome ha già imparato a leggere il vento. Finché il tempo non torna a farsi profezia. Meraviglia dolente di un canto d’usignuolo. Finché un’alba di sangue non cade dal cielo, come una rivelazione. Come una ferita.

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