In un’interessante
rievocazione storica la vita del capobrigante rionerese
Ruvo del Monte e i ruvesi non dimenticano quella
pagina storica del 10 agosto 1861 che ha
visto il paese assediato e assalito dai briganti di Crocco con morti e feriti.
Rievocare quei tragici fatti, specialmente per le nuove generazioni,
costituisce un dovere e un motivo di conoscenza
utile per imparare dal passato lezioni per il futuro.
In questa encomiabile opera, oltre alla locale
Pro Loco, già da qualche anno l’Amministrazione comunale promuove interessanti
iniziative miranti a fare memoria di quei fatti.
A tale scopo nella ricorrenza del 151°
anniversario di quella tragica giornata l’Amministrazione comunale di Ruvo del
Monte ha voluto rievocare l’evento storico con una lapide riportante i nomi
delle vittime ruvesi di quella triste giornata di sangue (17 cittadini e altri
non documentati) e con una spettacolare parata con i briganti dell’Associazione
“Amici di Crocco “di Rionero che hanno rappresentato con un’indovinata
drammatizzazione l’assalto al paese. Inoltre, in tale occasione è stato
pubblicato un pregevole volumetto corredato di numerose fotografie a colori e
in b/n, su testo e foto a cura di Giuseppe Santomenna con la collaborazione del
dr. Giuseppe Patrissi e dell’ins. Angela Ciampa, dal titolo Rievocazione storica dell’assalto e
saccheggio di Ruvo del Monte del 10 agosto 1861. La lapide è stata ubicata
al centro del paese, nel crocevia tra Via Roma e Via Marconi, (percorso dai
briganti nell’assalto e saccheggio di Ruvo).
Così si è pensato ogni anno intelligentemente di
rievocare quell’evento triste con la presenza dei briganti ed una
rappresentazione dei fatti per non dimenticare. “ Noi posteri – ha scritto
l’assessore alla Cultura di Ruvo, prof.ssa Vittoria Lucia Cefola, in Prefazione al volumetto - dobbiamo
riappropriarci del nostro passato perché chi
non sa da dove viene non saprà mai dove andare...
Pertanto il nove novembre scorso a Ruvo del
Monte sono ritornati i Briganti di Crocco per rinfrescare la memoria del
tragico evento del 10 agosto 1861.
Questa volta però l’iniziativa
dell’Amministrazione comunale ha inteso, più che rievocare l’assedio e l’assalto
del paese, offrire uno spaccato della realtà di allora, invitando l’Associazione i Briganti di Crocco di
Rionero in Vulture a rappresentare aspetti tradizionali della comunità di Ruvo
di quel tempo (come ci si curava, come si mangiava, come si giocava ecc.) e una
sintesi della vita del capobrigante rionerese nelle sue fasi più significative.
Infatti, il gruppo dell’Associazione rionerese,
forte di oltre cinquanta figuranti, fra uomini, donne e bambini in
costume dell’epoca, hanno attraversato, partendo dal Piazzale Municipio con il
simpatico “Gruppo Silvestro Folk” di Calitri, fra balli canti e qualche
fucilata in aria, le principali strade del paese: Corso Italia, Piazza
Ungheria, Via Marconi, Piazza Cavour (di fronte
alla Torre Angioina), Via Roma, Viale della Repubblica. Infine hanno
dato vita, nell’attrezzato ed idoneo spazio dell’anfiteatro Fosso Tufarone, ad
un interessante ed istruttivo spettacolo, sia rappresentando alcuni aspetti
della realtà economica, religiosa e sociale dell’epoca, sia lo stato di
profonda miseria e d’ingiustizia vissuta da quelle popolazioni. In tale
contesto storico s’inserisce la vita del brigante Carmine Crocco e le sue
vicende brigantesche le quali hanno visto proprio Ruvo del Monte oggetto di
efferata crudeltà da parte dei briganti (ed anche, in verità, da parte di
alcuni ufficiali piemontesi).
L’originalità dello spettacolo sta nel
fatto che è stato lo stesso Crocco,
ormai ergastolano a Portoferraio, a raccontare, secondo quanto riportato dalla
sua autobiografia scritta nel carcere, le vicende della sua vita, dall’infanzia
tragicamente segnata dalla sventura della madre impazzita per colpa di un
signorotto del paese, ai primi omicidi, fra cui quello del signorino rionerese
che attentava all’onore della sorella Rosina, all’adesione ai movimenti
risorgimentali con l’aggregazione all’avanzata di Garibaldi nell’Italia
Meridionale, alla partecipazione dei movimenti borbonici, assoldato dalle
ricche famiglie borghesi del luogo, alle sue scorribande come brigante, in Basilicata
e oltre, a capo di oltre duemila gregari, fino al suo arresto, alla sua
condanna prima a morte e poi commutata la pena ai lavori forzati e infine alla
sua morte all’età di 75 anni, avvenuta il 18 giugno 1905.
Uno spettacolo ben organizzato e soprattutto ben
interpretato dai bravi attori (si fa
per dire) del gruppo “I Briganti di Crocco” di Rionero, che si sono
magistralmente calati nei personaggi rappresentati.
Particolarmente applaudite alcune scene, come la
lite fra popolane al lavatoio, la fucilazione di alcuni briganti, la vendita
della frutta al mercato ecc. Presente fra il pubblico anche il cantautore
Vinicio Capossela.
L’Associazione “I Briganti di Crocco” di
Rionero, con un centinaio di aderenti, è un sodalizio ormai ben consolidato che
riesce a rendere nel modo più efficace e coinvolgente possibile le vicende
brigantesche post- unitarie.
Senza dubbio merito va anche all’Amministrazione
comunale di Ruvo del Monte che con queste esemplari iniziative riesce a tenere
viva la memoria di eventi che hanno segnato profondamente e dolorosamente la
comunità ruvese. Ha scritto saggiamente il sindaco di Ruvo del Monte, l’avv.
Carmine Donato Romano, nella Presentazione
del volumetto sopra citato: “Avere memoria del passato è quindi molto
importante perché conoscere il passato serve a capire il presente e a costruire
il futuro. La rievocazione dei fatti del passato contribuisce ad insegnare
la Storia, a capire il nostro
passato, per capire anche il nostro presente”.
Come dargli torto?
Michele Traficante
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