Workshop Unibas sulla protezione degli edifici dai danni di terremoto, e dimostrazione pratica “con la tavola vibrante” in laboratorio, su un modello di tre piani in scala 2 a 3
Potenza, 3 luglio – ore 9.30 workshop in aula magna Campus di Macchia Romana ore 12.45 prova sperimentale in laboratorio
La ricerca scientifica può consentire la realizzazione di una nuova tipologia di edifici in grado di riportare il minor livello di danni durante i terremoti, anche di forte intensità: lo stato di avanzamento di questi studi sarà esaminato nel corso del workshop "Una nuova generazione di strutture resilienti e a basso danneggiamento" che si svolgerà a Potenza lunedì 3 luglio (dalle ore 9.30) nell'Aula Magna del Campus universitario di Macchia Romana.
Al termine del convegno (alle ore 12.45) i ricercatori e docenti dell'Unibas illustreranno praticamente l’efficacia delle nuove tecniche di protezione sismica utilizzando la tavola vibrante nel "Laboratorio Prove Materiali e Strutture" dell'Ateneo lucano.
Il modello sperimentale della prova dimostrativa è costituito da un edificio di 3 piani in scala "2 a 3", composto da telai sismo-resistenti in legno lamellare con collegamenti trave-colonna post-tesi.
Le prestazioni sismiche del sistema sono state incrementate con un sistema di controventi dissipativi inseriti nelle maglie strutturali e costituiti da "aste a V rovescia" in legno lamellare e dissipatori isteretici in acciaio a forma di “U”, in grado di aumentare lo smorzamento del sistema e ridurre notevolmente gli spostamenti sismici.
Prima della prova sperimentale sono previsti alcuni interventi tecnici per inquadrare il livello di rischio sismico degli edifici scolastici in Italia e fornire una panoramica di soluzioni innovative e sostenibili per ridurre la vulnerabilità delle strutture esistenti e per rendere resilienti quelle di nuova realizzazione. Si svolgerà anche una tavola rotonda con la partecipazione degli ordini professionali e delle associazioni dei costruttori agenti nel settore edile. Si tratta, ha spiegato il docente dell'Unibas, Felice Ponzo, organizzatore dell'evento, di un workshop "fondamentale per sensibilizzare sempre di più gli amministratori e l’opinione pubblica, oltre ai tecnici e imprese operanti nel settore delle costruzioni, sui temi del rischio sismico e sul concetto di resilienza delle città. Tali eventi divulgativi, che riescono anche ad affrontare aspetti operativi, possono avere notevoli riflessi sulla sicurezza sismica delle costruzioni e sulla ripresa economica del settore edilizio. Le tematiche trattate sono sempre più attuali, come confermato dalle azioni che il governo centrale continua a intraprendere per finanziare lo sviluppo di interventi di miglioramento o di adeguamento sismico degli edifici pubblici e agevolare gli interventi sugli edifici privati, quali ad esempio il decreto sisma-bonus del 2017".
Il laboratorio dell’Ateneo lucano, inoltre, è uno dei pochi in Europa a disporre di strumentazioni e competenze in grado di studiare “in situ” il comportamento delle strutture e poi di valutare l’impatto del sisma sulle stesse. Tecniche innovative di monitoraggio sono state utilizzate, in tal senso, per la valutazione delle vulnerabilità sismica dell'Accademia della Guardia di Finanza dell'Aquila - che ha poi ospitato i membri del G8 dopo il sisma del 2009 - e per la valutazione e messa in sicurezza di numerosi edifici pubblici in tutto il Paese, tra cui molte scuole. I ricercatori dell’Unibas stanno anche lavorando su un sistema di sensori che, disposti in diversi punti di un fabbricato, sono in grado di comunicare a soccorritori e studiosi il danno prodotto alle strutture. Tutte queste tecniche sono state presentate in Giappone, nel Surugadai Campus di Meiji University di Tokyo e nell’Imadegawa Campus di Doshisha University di Kyoto, nel corso di una fiera organizzata dall'Istituto Campus France e dall'Istituto Culturale Italiano di Tokio, a cui hanno aderito 60 fra i più prestigiosi Atenei di dieci Paesi europei. Il laboratorio è suddiviso in due settori: uno per le prove dei materiali e per le prove delle strutture. Nel primo si svolgono le prove sui materiali tradizionali e su materiali di tipo innovativo. Nel secondo, invece, si eseguono prove dinamiche e pseudodinamiche su strutture o elementi di strutture. I ricercatori possono, in questo modo, verificare la resistenza di molti materiali (acciaio, calcestruzzo, muratura, legno), prove su tavola vibrante, rilievi geometrici e di isolamento sismico e dissipazione di energia.
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