La drammatica vicenda del sequestro dell’impianto siderurgico della Siderpotenza impone a ognuna e ognuno serietà e rigore, perché ad essere in gioco sono il diritto al lavoro e al reddito dei trecento lavoratori che vi operano e, contemporaneamente, il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini, ivi compreso quello degli stessi lavoratori.
È per questo che Sinistra
Ecologia Libertà mantiene la propria fiducia nei confronti degli organi della
magistratura che lavorano per tutelare la salute e l’ambiente di una intera città
e del suo territorio: una battaglia irrinunciabile che non può e non deve
vedere il sorgere di divisioni e spaccature utili solo a chi, in questi anni,
ha posto il solo profitto a denominatore assoluto. In questa direzione non
possiamo cercare in chi ha avuto, in questi anni, come unica colpa, quella di
denunciare quanto di pericoloso per tutte e tutti stava accadendo, il capro
espiatorio dell’intera vicenda.
Ma così come chiediamo alla
magistratura di tutelare, attraverso la propria azione, la salute pubblica,
allo stesso modo riteniamo urgente un intervento volto a garantire i lavoratori
del sito siderurgico posto sotto sequestro circa il loro futuro occupazionale e
circa le garanzie – immediate – del proprio reddito. Sarebbe assolutamente
inaccettabile, in una fase così drammatica per l’intera società lucana
collocata sempre più verso i margini della povertà relativa ed assoluta,
assistere al balbettio di istituzioni incapaci a fornire risposte adeguate nei
confronti di chi, in questa lunga e colpevole crisi, paga il prezzo più alto.
Non assisteremo inermi ad alcun
tentativo volto a porre divisioni tra lavoratori e cittadini. La battaglia a
favore di un ambiente salubre è una battaglia che si coniuga a quella sociale,
in nome di un lavoro che dia dignità e sicurezza su tutti i fronti.
Nell’immediato sarebbe auspicabile
che la magistratura proceda al dissequestro parziale delle aree non
direttamente interessate dal processo produttivo che comporterebbe la emissione
di agenti inquinanti e nocivi. Tale sblocco potrebbe consentire la messa in
commercio del materiale finito e il riassorbimento senza indugi di almeno una
parte dei lavoratori. Al contempo è auspicabile consentire all’azienda gli
interventi immediati per scongiurare le paventate irregolarità al fine di
procedere quanto prima ad un ripristino della attività produttiva a norma di legge.
Nelle prossime ore i nostri
parlamentari, l’On. Antonio Placido e il Sen. Giovanni Barozzino, depositeranno
delle interrogazioni ai Ministeri dell’Ambiente e del Lavoro per conoscere
quali iniziative il Governo intenda adottare in relazione alla tutela sociale
dei lavoratori nel periodo strettamente necessario alla ripresa della attività
produttiva nonché per giungere in tempi brevi ad un dissequestro, sia pure anche
parziale, della azienda. Chiederemo, inoltre, al Governo di attivarsi, una
volta garantita la ripresa della produzione e del lavoro, per l’individuazione di risorse al fine di una
delocalizzazione del complesso siderurgico.
Maria MURANTE
ccordinatrice regionale SeL Basilicata
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