Utilizzare il sottosuolo e le falde come serbatoi naturali: è la proposta
dell’Ordine dei Geologi di Basilicata per affrontare l’emergenza idrica.
I geologi – spiega Dino Colangelo, presidente dell’Ordine - esplorano il
sottosuolo attraverso studi, rilievi, indagini dirette ed indirette che si
spingono anche a grandi profondità
permettendo una ricostruzione molto accurata della circolazione idrica sotterranea e della presenza di serbatoi idrici naturali potenzialmente significativi.
permettendo una ricostruzione molto accurata della circolazione idrica sotterranea e della presenza di serbatoi idrici naturali potenzialmente significativi.
In questi frangenti in cui ci si
rende conto dell’importanza delle risorse idriche essenziali per la vita
dell'uomo, è necessario difendere il sottosuolo attraverso il monitoraggio e
la tutela delle falde idriche affinché venga preservata nel tempo una delle
risorse più importanti per la vita umana.
Anche la Commissione “Risorse idriche e tutela del sottosuolo” istituita
dall’Ordine dei Geologi di Basilicata ha evidenziato la necessità di
individuare, censire e monitorare le principali falde sotterranee, sia in
tempo di normalità che in fase di emergenza. Bisogna affrontare la
questione – aggiunge Colangelo - conoscendo prima di tutto il problema in
termini numerici e scientifici con realistici bilanci idrogeologici, per poi
intervenire con interventi puntuali.
Com’è noto le scarse piogge degli ultimi quattro mesi iniziano a destare
qualche preoccupazione: mancano all'appello ben 116 milioni di metri cubi
d'acqua negli invasi lucani utilizzati, in molti casi, ad uso plurimo:
idropotabile, irriguo e industriale.
Va precisato che in Basilicata non sono stati segnalati, al momento, i
problemi idrici osservati nella gran parte delle regioni italiane per quanto
concerne l’uso potabile della risorsa idrica. Infatti in nessun centro abitato
dei 131 nuclei urbani della regione vi è stato un razionamento idrico di
tipo potabile legato alla siccità di questo periodo ma solo interruzioni
dovute ai lavori condotti dall'ente gestore.
“Occorre intervenire indirizzando l'interesse verso l'aspetto propriamente
geologico - afferma il Presidente dei Geologi - infatti lo stato dell’arte
sugli studi idrogeologici eseguiti sul territorio lucano evidenzia come nel
nostro sottosuolo si è in presenza di formazioni litologiche che funzionano
come grandi ed enormi serbatoi naturali d’acqua. E’ quanto mai necessario
ed opportuno quindi, investire nel sottosuolo al fine di analizzare dal punto
di vista qualitativo e quantitativo le falde acquifere e comprendere la
grandezza di questi serbatoi idrici naturali”.
La risorsa idrica va ben coordinata tra le varie competenze settoriali,
o ccorre m onitorare con continuità il sottosuolo e il del ciclo idrologico
dell’acqua al fine di utilizzare la stessa in maniera responsabile e
sostenibile: sono queste le direttrici su cui procedere per preservare al
meglio i giacimenti idrici che caratterizzano il nostro territorio.
La Basilicata è un territorio con un elevato valore di precipitazioni medie
annue, di poco inferiore a 1000mm/anno, di conseguenza è necessario
gestire tali precipitazioni non solo al momento del loro verificarsi ma
anche in prospettiva futura.
Quello che viene ribadito dai geologi di Basilicata e che bisogna ripartire
dall'educazione di adulti e bambini, di cittadini comuni e amministratori
politici affinché ci sia un utilizzo responsabile e resiliente della risorsa
idrica.
La minore disponibilità della risorsa idrica registrata negli ultimi anni non
è un problema dovuto esclusivamente ai cambiamenti climatici che stanno
interessando il pianeta: infatti occorre preoccuparsi anche delle consistenti
perdite degli acquedotti dovute alla vetustà delle tubazioni e alle
problematiche continue sull’attraversamento delle condutture di aree ad
elevato rischio idrogeologico.
In definitiva, di fronte all’emergenza della scarsità delle risorse idriche e a
un possibile razionamento di un elemento primario, quale è l’acqua, i
Geologi ricordano che è possibile utilizzare il sottosuolo e le falde in esso
contenute come una “ banca dell’acqua” che può essere gestita e ricaricata,
per poter sostenere quantitativamente e qualitativamente nel tempo una
risorsa per noi così preziosa.
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