FCA MELFI:UIL- UILM, CON LO SVILUPPO DELLAUTOMOTIVE GUARDARE OLTRE I 1.500 CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO
“Le anticipazioni dei risultati della ricerca Unioncamere - Prometeia su 'Il
settore automotive nei principali Paesi europei', promossa dalla Commissione
Industria del Senato, che sarà presentata ufficialmente domani a Roma, ci
portano a guardare oltre i circa 1.500 contratti a tempo indeterminato a tutele
crescenti dello stabilimento Fca di Melfi”.
A sostenerlo in una nota congiunta
i segretari regionali Uil Carmine Vaccaro e Uilm Marco Lomio per i quali “il
traguardo della 200millesima auto dei lotti 500 X / Renagade prodotta
a Melfi dalla fase di avvio dei nuovi modelli è già di per se un risultato
esaltante che rafforza l’orgoglio dei lavoratori di Melfi". Per Vaccaro e
Lomio “la ricerca sfata almeno quattro "miti" sul settore auto: è falso che con la sua filiera
contribuisca poco alle economie dell'Europa, è falso che non porti con sè
abbastanza innovazione, è falso che sia un settore con domanda satura ed è
falso che non abbia più bisogno di supporto pubblico. Tutto ciò rilancia la
nostra sollecitazione a rafforzare il settore automotive a San Nicola di Melfi
e sull’intero territorio regionale. E’ lo stesso presidente di Unioncamere Lo
Bello a riconoscere che bisogna incentivare la ricerca e rafforzarne le
ricadute sulle economie territoriali, favorire la modernizzazione delle
competenze della filiera, investendo sul capitale umano e facilitando
l'incontro fra domanda e offerta di lavoro, sostenere la nascita e il
rafforzamento delle reti per favorire la specializzazione innalzando, al
contempo, anche l'effetto scala sul versante tecnologico e commerciale. Noi –
dicono i segretari Uil e Uilm – lo stiamo ripetendo da anni considerato che l`intera
filiera genera in Italia quasi il 5% del PIL nazionale: una quota di valore
paragonabile a quella delle aree economiche avanzate, con la sola eccezione
della Germania, unico paese che è, peraltro riuscito a estendere rilevanza del
settore auto negli ultimi 15 anni. Si pensi che nel 1990, il 76,2% del valore aggiunto di Fiat
andava al lavoro, il 5,6% alle imposte, il 5% a dividendi, in quell'anno i
proventi erano superiori agli oneri finanziari, il resto restava in azienda
come ammortamenti e altre voci minori. Nel 2014, sommando Fca e Cnh Industrial,
al lavoro è andato il 55% del valore aggiunto, alle imposte il 4%, alla
remunerazione dei creditori finanziari il 9%, agli azionisti lo 0,9%, mentre in
azienda è rimasto il 31,1%". Condividiamo pertanto la riflessione del
presidente della Commissione Industria del Senato Mucchetti: oggi i policy makers
italiani devono scegliere se mettere o meno risorse pubbliche in un`industria,
quella dell`auto, che continuerà a essere cruciale per l`economia
manifatturiera italiana e ad avere un moltiplicatore tecnologico e
occupazionale tra i più alti.
C’è poi tutta
la questione rimasta ancora aperta del Campus Tecnologico, per la Uilm ormai
non è più rinviabile un confronto su questa partita, la strategicità della
ricerca e lo sviluppo che da noi è ancora
ferma resta un obbiettivo prioritario nei prossimi mesi. Dobbiamo prepararci ad
affrontare la competizione estera e mondiale che, non va sottovalutato,
registra un veicolo su due nel mondo oggi assemblato in Asia con la Cina diventata
stabilmente il più grande mercato mondiale di auto. E’ questo lo scenario che i
produttori italiani di componentistica non possono perdere di vista. Vogliamo
incalzare Confindustria Basilicata a fare di più e meglio per reggere la sfida
lanciata dal nuovo Gruppo FCA che conferma nello stabilimento di Melfi
l’avamposto italiano del mercato globale. Su questo anche l’istituzione
regionale e la politica regionale, specie dopo la “sferzata” di Renzi sul
futuro dell’industria automobilistica italiana – concludono Vaccaro e Lomio–
non possono continuare a disinteressarsi.
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