Per anni Mediterraneo no triv ha chiesto, con atti formali, al Sindaco di Policoro di emettere ordinanza sindacale per tutelare la sicurezza e l’incolumità dei cittadini a fronte del rischio che poteva scaturire da Pozzo Morano.
Si chiedeva di interrompere l’attività di ricerca di gas in zona a vocazione agricola, vicino a delle case abitate e sopra una falda acquifera, in prossimità di una strada pubblica nel rispetto della legge che impone di applicare il principio di precauzione in assenza di studi scientifici in grado di escludere, con certezza, la pericolosità dell’impianto.
Perchè?
A causa della vicinanza del pozzo al centro ITREC, Mediterraneo no triv ha scritto anche all’IAEA-International Atomic Energy Agency segnalando come in una città italiana si cercava gas nei pressi di un impianto nucleare.
La società petrolifera, ad ogni buon conto, comunicava al Ministero di non aver più alcun interesse a proseguire l’attività di ricerca con buona pace degli amministratori locali.
Tuttavia, visitando il sito del Ministero dello Sviluppo Economico si apprende che lo stato di Pozzo Morano è di “altro utilizzo”.
Se per gli altri pozzi lo stato di definizione è di pozzo in produzione o esplorazione oppure non produttivo, per Pozzo Morano si parla di “altro utilizzo”.
A questo punto la questione che molti ritenevano chiusa per il solo fatto la società petrolifera aveva dichiarato di non voler proseguire nella ricerca di gas dev’essere ripresa con urgenza e con l'attenzione che merita.
Quale uso intende fare il Ministero o la società petrolifera di questo pozzo?
Si spera che questa volta, visto i proclami di interesse di amministratori e politici per le recenti questioni delle trivelle in mare, si concretizzi anche per gli impianti impattanti in terraferma, tanto più se sotto il naso di tutti.
Mediterraneo no triv intanto ha già inviato nota formale al Ministero dello sviluppo Economico.
MEDITERRANEO NO TRIV
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