Due volumi, ricchi di foto e cartine, raccontano transiti e arrivi dall’Europa nel Vulture
“Diavolo di un frate, ce l’hai fatta ancora una volta”. Padre Carlo Palestina ha terminato e dato alle stampe una sua nuova opera letteraria, con la quale riesce un’altra volta a sorprenderci. Con essa, che è sempre frutto della grande passione del frate per la ricerca, tra archivi polverosi e pagine datate, poi con la consueta abilità nel farne racconti, intrecci e narrazioni accattivanti, anche stavolta ci sorprende pagina dopo pagina, in un susseguirsi di emozioni, spunti, riflessioni, spazi per ulteriori ricerche.
Il tutto grazie alla sua voglia di continuare ad amare, come Padre Carlo fa da oltre 30 anni, il Vulture e tutto ciò che contiene, in termini di storia, cultura, tradizioni, emozioni, vita vissuta. Non c’è dubbio ma Padre Carlo Palestina ha fatto centro anche stavolta, e la sua ultima (ma solo perché è l’ultima già completata) opera letteraria, al solito sorprende il lettore ed in due corposi ma interessantissimi volumi, tratta i transiti e gli arrivi, dall’Europa, di popoli, viandanti, personaggi e pellegrini nel nostro Vulture. Un lavoro, al solito certosino di ricerca, intreccio, catalogazione ed archiviazione in migliaia di pagine di appunti o di note sul suo computer; poi il rimetterli insieme per farne consequenzialità di eventi, di date, di fatti e di situazioni che si intrecciano con il massiccio che domina la zona nord della regione e ben 11 comuni, piccoli e grandi, che in essa trovano vita, modo di mostrarsi, di farsi storia, geografia, turismo, eventi, luoghi di accoglienza e di battaglie. Due volumi che, insieme, assommano a 750 pagine e narrano, nel primo, di questo tema così attuale (stante i continui arrivi di migranti dal Mediterraneo) dalla preistoria all’arrivo di Longobardi e Bizantini, nel secondo di popoli migranti stanzianti dai paesi del nord e dall’Adriatico. Un modo per confermare anche il ruolo che l’Italia tutta, e la nostra regione nel sud, hanno sempre avuto circa i passaggi, le migrazioni, gli spostamenti, gli arrivi e le partenze, sia sull’asse nord – sud e viceversa, che su quello occidente – oriente, quest’ultimo spesso legato a tanti movimenti religiosi o alla fase in cui tanti, da Gesù con gli apostoli e poi da Francesco in poi, andarono verso Asia ed Africa, per portare il Signore agli arabi ed ai popoli islamici, o senza alcuno credo divino. Un’opera che, in apertura, ha l’imprinting della Segreteria di Stato Vaticana, con la lettera inviata a Padre Carlo da Monsignor Peter B. Wells, Assessore della Prima Sezione – Affari Sociali, ma che poi mette insieme anche pagine di riflessione sui temi proposti in questa sua opera dal simpaticissimo frate nato a Ferrandina ma ormai vulturino per adozione e melfitano per acquisizione fisico – territoriale – operativa, da anni, presso il Convento e la Chiesa di Sant’Antonio. Portano parole e firma del Vescovo di Melfi Rapolla Venosa Todisco, di Gianfranco Greco Capo Ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia, di Fra Edoardo Scognamiglio, Ministro Provinciale Ofm Conv delle Province di Napoli e di Basilicata, del Presidente della Giunta Regionale Pittella e tutti, oltre a lodare mente, passione, opera ed arguzia letteraria nei suoi tanti e validissimi capolavori, lodano il Signore per questo “frate speciale” ed il suo lavoro al servizio della storia e della sua terra, il Vulture, sempre presente e valorizzata dagli scritti e nelle pubblicazioni di Padre Carlo Palestina. Come del resto quest’ultima che, davvero tutti, i grandi come i piccoli, dovrebbero leggere per conoscere di più e meglio il nostro Vulture, sperando in un intervento concreto di enti e benefattori per ripagare tale sforzo letterario, per un’opera che, al solito, non ha prezzo…Anche se, un prezzo, per essere stampata e pubblicata, ce l’ha e non è poco…ma Padre Carlo usa affermare “speriamo nella Provvidenza!!!”.
Commenti
Posta un commento