Il turismo nelle località dell’Appennino
Lucano, dell’area del Pollino, nei Parchi nazionali e regionali, sulla scia del
trend positivo nazionale, sta vivendo una stagione magica. L’Osservatorio turistico della montagna con
i dati elaborati da Trademark Italia sulla vacanza in montagna dell’estate 2015
(3,5 milioni di arrivi complessivi, tra alberghiero ed extralberghiero, e 16,9
milioni di presenze, di cui 12 milioni di italiani e 4,9 milioni di stranieri)
non prende in considerazione l’offerta turistica lucana dai numeri troppo
limitati. Secondo un sondaggio a campione condotto dal Centro Studi Turistici anche
se nei fine settimana non
dappertutto si arriva al ‘tutto esaurito’, nel complesso c’è una riscoperta
dell’Appennino, a causa in particolare di alcuni aspetti congiunturali.
“In primo
luogo questo momento moderatamente positivo è frutto del caldo afoso che sta
perdurando da troppi giorni – spiega il C.S. Thalia - che sta facendo aumentare
i pernottamenti, in modo particolare della clientela abituale, fatta di persone
anziane e di chi da sempre sceglie l’Appennino per le proprie vacanze. A
questo, però, si aggiungono almeno altre due cause. La prima è naturalmente la
crisi, che comunque fa riscoprire destinazioni vicine e vacanze più corte,
mordi e fuggi, come sono appunto i fine settimana. La seconda è la congiuntura
internazionale, con mete che hanno perso appeal per diversi motivi, tanto è
vero che un sondaggio nazionale di Confartigianato evidenzia come il 52% delle
famiglie italiane scelgono la vacanza nel nostro Paese. Altro dato in crescita è quello degli italiani che scelgono su
internet la propria meta, passato al 55%. Ebbene, i siti internet degli
alberghi, oltre al passaparola, sono stati fondamentali anche per questo
rimbalzo del turismo nel nostro Appennino e per le prenotazioni che sono in
aumento”.
In
pratica si fugge al caldo insopportabile, si allunga il periodo di vacanza, si
scelgono destinazioni vicine e conosciute, tanto è vero che sono in aumento i
turisti che erano clienti abituali in Appennino e che negli ultimi anni avevano
scelto di passare altrove le proprie vacanze. In più funzionano gli eventi che
richiamano migliaia di persone. “Anche se – sottolinea il segretario del C.S.
Thalia, Arturo Giglio – occorre pensare a un coordinamento riguardo alle
iniziative pensate e previste. I servizi e le strutture ci sono, è necessario
lavorare come sistema per allungare i periodi di flussi turistici anche prima e
dopo i due mesi di piena estate. Inoltre – continua il rappresentante del C.S.
Thalia - il turismo estivo
montano premia chi sa coniugare ambiente e cultura, tradizioni enogastronomiche
e artigianato. E chi, forte di queste specificità, riesce a promuoverle, a
farle conoscere.
Da troppi anni – è
l’avvertimento dell’Osservatorio Turistico della Montagna di cui tenere conto
anche da noi - si dice che la montagna d’estate “non tira” abbastanza, che
andrebbe ripensata e rideclinata a livello di contenuti e comunicazione. Non è
facile accettare l’idea di cambiare e interpretare i segnali che arrivano da un
mercato nel quale la vacanza non è più soltanto ricerca di relax, di inversione
delle abitudine urbane, di divertimento, sportivo. La sociologia oggi impone
una versione della vacanza fatta di esperienze, di crescita di motivazioni
extra urbane. La montagna estiva come alternativa alle spiagge: il carico
emotivo che invita a sguardi buoni, rispettosi e racconti pittoreschi è ancora
preferito da una quota pesante di italiani che stanno “salvando” la montagna
estiva dal declino. Dal sondaggio dell’estate 2015 emergono i soliti fattori
negativi: domanda di soluzioni economiche, vacanze più brevi, scelte di
località più vicine, meno escursioni in quota nei giorni feriali, vacanza
principale concentrata nel mese di agosto, prenotazioni last minute (che poi
significa 5 giorni prima) … perché la componente meteo è fondamentale. La più
recente ed affidabile rilevazione dell’Osservatorio evidenzia quelle che sono
le componenti che determinano la scelta della vacanza in quota e le sue
modalità di fruizione: il prezzo. Resta la variabile più influente (anche se
resta incoerente e inspiegabile la concentrazione dei turisti in agosto quando
tutto costa il doppio). Le risposte degli intervistati sono univoche: dal
budget dipendono la durata della vacanza e le scelte connesse (hotel,
ristorante, shopping, entertainment, etc.). E’ dunque sempre più importante
spostare l’attenzione dei turisti dal prezzo al valore dell’ospitalità, al
piacere delle “emozioni”. Il prezzo spesso soffoca i contenuti. Pochi esaltano
i benefit, la ricchezza dell’esperienza che località e strutture ricettive
propongono. Invece di far vivere ai loro ospiti delle emozioni, gli operatori
indulgono sugli aspetti commerciali, parlano come rappresentanti di commercio,
come fossero venditori e non custodi e ambasciatori dell’ospitalità.
Esattamente come accade alle località balneari gli operatori alberghieri, i
gestori delle affittanze, gli uffici che si occupano di promozione tendono ad
assomigliare a semplici venditori, ma questo non è marketing. Con la rete si è
accentuata la concorrenza tra gli operatori e le destinazioni. Purtroppo questa
battaglia viene combattuta sul fronte dei prezzi, utilizzando i teorici
benefici della proposta economica, una leva spesso poco seria, in apparenza
competitiva ma malamente utilizzata nella comunicazione di due terzi delle
località di montagna. La conseguenza è un generale appiattimento delle offerte,
dello spirito e dei contenuti della vacanza in quota. Anche la vacanza estiva
in montagna ha pertanto bisogno di nuovi contenuti, nuove declinazioni e nuovi
riferimenti. Per gli over ‘50 l’esperienza è tutto, le novità contano poco. Il
cuore di tutto questo movimento di vacanze e di piacere è il territorio, ovvero
la fusione tra l’idea di vacanza e il luogo in cui questa esperienza viene
potenzialmente vissuta. Per le persone mature, che poi sono la stragrande
maggioranza, la vacanza in quota non è più un momento di semplice e popolare
svago immersi in un ambiente sano, quasi biologico, o di rifiuto delle spiagge
affollate e roventi.
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