“La differenza di genere è un valore, anche in sanità. Ma non basta riconoscerlo se poi non si contribuisce a diffondere la cultura della prevenzione in tutte le fasi della vita della donna, adolescenza, sviluppo, gravidanza, post parto, menopausa, terza-quarta età”. A sottolinearlo è Rosa Gentile - vice presidente nazionale di Confartigianato, impegnata in associazioni e progetti
sociali - in occasione della Giornata Nazionale della Salute della Donna fortemente voluta e quindi promossa dalla Fondazione Atena Onlus e dal Comitato Atena Donna, con la Rete di associazioni onlus, tra le quali Iris. Gentile in proposito esprime l’auspicio che non resti soltanto una celebrazione, bensì rappresenti un impegno concreto per la prevenzione e la ricerca sulla salute delle donne con il suo inserimento nei piani sanitari regionali e nazionali. Ed è proprio Iris e la rete associativa, punto di riferimento per l’informazione e la prevenzione, che in Basilicata e in altre regioni del Sud, in sintonia con il progetto “La stanza del sorriso” (da noi in attuazione al Crob-Irccs di Rionero e negli ospedali di Policoro e Matera) ha promosso più di recente il progetto “Non costruire muri ma ponti” per sensibilizzare sulla condizione di dolore, oltre che fisico, psicologico che vivono le donne ammalate oncologiche. Ci sono 120.000 donne in Italia che ogni anno si ritrovano a dover fare i conti con il cancro (48.000 nuovi casi solo per il tumore al seno). La loro vita, all'improvviso, viene stravolta dalla malattia. Le donne devono capire quale sarà il loro destino, come sarà la fatica del sottoporsi alle cure e a quali cambiamenti sociali andranno incontro. Si guardano allo specchio e spesso non si riconoscono. La chemioterapia, con gli effetti collaterali, mette a dura prova la loro autostima, la loro estetica, facendo trasparire la paura di esporsi. Per venire in aiuto a queste donne a migliorare il proprio aspetto fisico, aiutandole a guardarsi allo specchio con un sorriso e ricominciare a lottare di nuovo, tutte insieme, più forti di prima. Tra le protagoniste – spiega Gentile – ci sono le nostre associate a Confartigianato, estetiste, parrucchiere che gestiscono il progetto "T'insegno un trucco" aiutando molte pazienti oncologiche a recuperare il proprio benessere psicologico e l'autostima per il proprio aspetto estetico, messi a dura prova dalla malattia. Nelle “stanze del sorriso” le donne, seguite da psicologi, medici, nutrizionisti, volontarie di Iris, ritrovano la loro femminilità con il trucco, la cura dei capelli, la scelta della parrucca. Con questa iniziativa – dice Gentile - si cerca di offrire alle donne soprattutto un sorriso che, nel caso specifico, vale più di ogni altra medicina. Un progetto nato con l'obbiettivo di addolcire la permanenze delle donne in un ambiente, quello ospedaliero dove troppo spesso, solitudine e tristezza prendono il sopravvento anche sulle personalità più forti che poi quando tornano a casa avvertono comunque la solitudine. Nonostante in questi anni siano stati fatti passi in avanti, a partire dal “Progetto Strategico Salute Donna” del 2008-2012, finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità – conclude - c’è ancora molta strada da fare soprattutto sul piano normativo e sul trattamento delle patologie ed anche sulle modalità legate agli screening preventivi. Le politiche sanitarie non possano prescindere dalla medicina di genere per migliorare il benessere dell’intera popolazione.
sociali - in occasione della Giornata Nazionale della Salute della Donna fortemente voluta e quindi promossa dalla Fondazione Atena Onlus e dal Comitato Atena Donna, con la Rete di associazioni onlus, tra le quali Iris. Gentile in proposito esprime l’auspicio che non resti soltanto una celebrazione, bensì rappresenti un impegno concreto per la prevenzione e la ricerca sulla salute delle donne con il suo inserimento nei piani sanitari regionali e nazionali. Ed è proprio Iris e la rete associativa, punto di riferimento per l’informazione e la prevenzione, che in Basilicata e in altre regioni del Sud, in sintonia con il progetto “La stanza del sorriso” (da noi in attuazione al Crob-Irccs di Rionero e negli ospedali di Policoro e Matera) ha promosso più di recente il progetto “Non costruire muri ma ponti” per sensibilizzare sulla condizione di dolore, oltre che fisico, psicologico che vivono le donne ammalate oncologiche. Ci sono 120.000 donne in Italia che ogni anno si ritrovano a dover fare i conti con il cancro (48.000 nuovi casi solo per il tumore al seno). La loro vita, all'improvviso, viene stravolta dalla malattia. Le donne devono capire quale sarà il loro destino, come sarà la fatica del sottoporsi alle cure e a quali cambiamenti sociali andranno incontro. Si guardano allo specchio e spesso non si riconoscono. La chemioterapia, con gli effetti collaterali, mette a dura prova la loro autostima, la loro estetica, facendo trasparire la paura di esporsi. Per venire in aiuto a queste donne a migliorare il proprio aspetto fisico, aiutandole a guardarsi allo specchio con un sorriso e ricominciare a lottare di nuovo, tutte insieme, più forti di prima. Tra le protagoniste – spiega Gentile – ci sono le nostre associate a Confartigianato, estetiste, parrucchiere che gestiscono il progetto "T'insegno un trucco" aiutando molte pazienti oncologiche a recuperare il proprio benessere psicologico e l'autostima per il proprio aspetto estetico, messi a dura prova dalla malattia. Nelle “stanze del sorriso” le donne, seguite da psicologi, medici, nutrizionisti, volontarie di Iris, ritrovano la loro femminilità con il trucco, la cura dei capelli, la scelta della parrucca. Con questa iniziativa – dice Gentile - si cerca di offrire alle donne soprattutto un sorriso che, nel caso specifico, vale più di ogni altra medicina. Un progetto nato con l'obbiettivo di addolcire la permanenze delle donne in un ambiente, quello ospedaliero dove troppo spesso, solitudine e tristezza prendono il sopravvento anche sulle personalità più forti che poi quando tornano a casa avvertono comunque la solitudine. Nonostante in questi anni siano stati fatti passi in avanti, a partire dal “Progetto Strategico Salute Donna” del 2008-2012, finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità – conclude - c’è ancora molta strada da fare soprattutto sul piano normativo e sul trattamento delle patologie ed anche sulle modalità legate agli screening preventivi. Le politiche sanitarie non possano prescindere dalla medicina di genere per migliorare il benessere dell’intera popolazione.
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