Si chiama IoT,
acronimo di Internet
of Things (Internet delle
cose), ed è il nuovo mondo delle cose ‘intelligenti’. Si tratta dell’ultima frontiera delle tecnologie digitali e, in pratica, indica tutti gli
oggetti che ci circondano, dagli
elettrodomestici ai mezzi di trasporto fino ai macchinari industriali, che
prendono vita, diventano ‘intelligenti’
e grazie alla ‘Rete’ comunicano con altri dispositivi, raccolgono informazioni e forniscono indicazioni su come migliorare la nostra vita quotidiana.
e grazie alla ‘Rete’ comunicano con altri dispositivi, raccolgono informazioni e forniscono indicazioni su come migliorare la nostra vita quotidiana.
Una rivoluzione che riguarda tutti, consumatori e
imprenditori, e trasforma profondamente gli
stili di vita, i comportamenti delle persone, ma anche i prodotti e i
processi produttivi. E così si aprono nuove opportunità per il business delle imprese.
L’artigianato e le piccole imprese sono già protagonisti
dell’Internet delle cose. L’Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che le imprese digitali – che conoscono ed utilizzano almeno
una tecnologia digitale – sono il 29,6% del totale delle micro e piccole
imprese fino a 20 addetti.
In
particolare – riferisce Rosa Gentile, vice presidente nazionale con delega al
Mezzogiorno – si piazzano bene regioni e province meridionali come l’Abruzzo
con una percentuale del 68,1% degli addetti di imprese attive, seguito dalla Basilicata con il
67,8%, la Calabria con 60,7% e la Campania con 64,5%, che occupano i primi
quattro posti della classifica per regioni. Per le province lucane, Matera ha 4.734
addetti in questa tipologia di attività che equivalgono al 68,2% degli addetti
totale e Potenza 9.067 pari al 67,5% del totale. Secondo il nostro Ufficio studi nel 2020 in Italia i ricavi di IoT sono
valutati al5,4% del PIL e tra il 2014 e il 2020 il mercato degli
oggetti connessi in rete nel
nostro Paese crescerà ad un tasso medio
annuale del 20,4%.
Il lavoro artigiano è fortemente coinvolto nei
cambiamenti del sistema produttivo determinati dalla connettività degli
oggetti. Tra i settori maggiormente interessati dall’Internet of Things vi sono
il manifatturiero,
il trasporto e la logistica,
l’autoriparazione e
l’impiantistica (interessata
dallo sviluppo della domotica) in
cui operano 800.305
imprese artigiane con 2.077.433 addetti che rappresentano il 73,6%
dell’occupazione dell’artigianato; nei settori IoT oriented operano 1.160.746 micro e piccole
imprese con meno di 20 addetti.
L’altra
faccia della medaglia al Sud – afferma Gentile – è la bassa percentuale di
famiglie che dispone di acceso ad Internet : solo banda larga fissa il 29,4%
(il 39% al Nord), solo banda larga mobile il 19%, banda larga fissa e banda
larga mobile il 10,1%. Un elemento che frena la domanda individuale di beni e
servizi connessi con lo IoT.
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