Potenza sarà una delle 300 città del Vecchio Continente in cui domani, venerdì 30 settembre, si svolgerà la “Notte europea dei ricercatori”, il programma della Commissione Ue – organizzato in Basilicata dall’Ateneo lucano, con la collaborazione del Polo museale regionale e del Comune di Potenza - che crea una rete di eventi dedicati alla scienza e all'apprendimento giocoso, che rappresentano un'occasione unica di incontrare i ricercatori, parlare con loro e scoprire cosa fanno concretamente per la società in modo interattivo e coinvolgente.
Sono tre le zone del centro storico di Potenza – il Museo archeologico nazionale della Basilicata, “Dino Adamesteanu”, la Galleria Civica e la Cappella dei Celestini – che, a partire dalle ore 17, ospiteranno convegni, concerti, lezioni e dimostrazioni scientifiche, in un clima di accoglienza e di condivisione, non solo delle attività didattiche e di ricerca di quanti, quotidianamente, sono impegnati nella scoperta del futuro e dei metodi e degli strumenti per migliorarlo, ma anche per “aprire” a tutti il mondo delle scienze e della divulgazione.
Il programma si aprirà alle ore 17 (nel Museo Archeologico), con un incontro su “La specializzazione intelligente e il ruolo dell’Università sul territorio”. Alle ore 18 due sessioni in parallelo, la prima (sempre nel Museo Archeologico) con una lezione-concerto sulla “Chimica in versi e in musica”, e la seconda (nella Galleria Civica) sui “Cambiamenti climatici ed energia rinnovabile”. Si prosegue, fino a notte fonda, con quiz per “Cervelloni scientifici” a cura dei dottorandi dell’Unibas, seminari che spaziano dalla geologia alla salute e ai dialetti, testimonianze dei giovani ricercatori dell’Ateneo lucano, proiezioni di documentari, e tanta musica, in una ventina di appuntamenti compresi nell’intero programma.
“La notte dei ricercatori – ha spiegato il professore Guido Masiello – non è solo un momento di divulgazione scientifica o di semplice dimostrazione delle attività annuali di un Ateneo, ma è prima di tutto la volontà e la voglia di creare un rapporto stabile e radicato tra l’accademia e il territorio. A questo si aggiunge l’idea di diffondere, anche attraverso modalità ludiche e coinvolgenti, il concetto di ricerca come pilastro fondamentale per la società contemporanea, nel Mezzogiorno e nell’intero Paese, e ricordare quanti e quali siano gli sforzi dei giovani ricercatori in questo particolare momento storico”.
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