Di Antonio Infantino è stato già detto quasi tutto da parte dei grandi personaggi del mondo dell’arte e della cultura, da Dario Fo fino ad Eugenio Bennato e Vinicio Capossela; adesso, però che ci ha fatto questo scherzo di ritirarsi in uno dei suoi tanti mondi dove non è concesso tirarlo per la giacchetta per convincerlo a salire su un nuovo palco, ad esibirsi ancora una volta, in una nuova piazza, in un’altra città, occorreranno fiumi di inchiostro per mettere a fuoco le mille sfaccettature di una figura unica di uomo e di artista.
Antonio è stato geniale, ha inventato e si è reinventato in continuazione, spaziando come pochi tra tutte le discipline umane, da quelle che avevano a che fare con la passione per la terra a quelle del pensiero filosofico che affondava le radici nel Mediterraneo e nella Magna Grecia.
Ci ha lasciato un patrimonio incredibile di musica, poesia, pittura, che probabilmente scopriremo in tutta la reale portata soltanto attraverso un ampio lavoro di ricerca, di studio e di analisi di quanto ha prodotto ed elaborato nel corso della sua intensa vita.
Questo compito è lasciato agli appassionati e agli studiosi che si dedicheranno a ricostruire e catalogare la sua attività svolta in giro per il mondo, ma con due punti fermi: Firenze e Tricarico, non a caso, una città d’arte e un luogo impregnato di storia contadina e di antiche tradizioni culturali rurali; coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo da vicino possono invece raccontare gli aspetti della grande umanità di Antonio Infantino, del suo conservarsi bambino dietro quell’apparenza sofferta e burbera che, nella sostanza, celava la grande sensibilità di chi osserva, comprende, elabora, si emoziona, si entusiasma.
Tutte le volte che ci siamo incrociati non è mai mancata quella gradevole sensazione di ritrovarsi con un vecchio amico curioso e contento di continuare a prestare attenzione a quel filo sottile di collegamento tra il suo mondo e ciò che lo circondava, a cercare di capire i processi sociali e politici, le dinamiche in atto negli ambiti economici e territoriali. La capacità, il gusto e l’umiltà di sentirsi espressione popolare di una vasta comunità di valori umani e sociali, ha consentito ad Antonio Infantino di rappresentare una figura di primo piano nel campo artistico e culturale che, con la sua scomparsa, perde un riferimento di impareggiabile portata.
Al pari dei suoi cari, di tanti altri suoi amici e degli innumerevoli ammiratori, avverto un profondo senso di tristezza per questa morte improvvisa e prematura che priva la Lucania e l’Intero Sud di un artista universale e di una persona speciale. Buon viaggio, favoloso amico poeta, architetto, musicista, Antonio Infantino.
Nicola Manfredelli – coordinatore Unione Mediterranea Lucania
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