"In Italia, penultima per numero dei laureati in Europa, oggi più che mai serve una cultura
della Laurea, che non significa solo trasferimento di competenze, ma anche sapersi
muovere nella complessità e in un sistema che sempre più spesso è condizionato da crisi
economiche. Come ha sottolineato
il Presidente di AlmaLaurea Ivano Dionigi in un
convegno tenutosi in Unibas, 'chi più conosce meno ha paura e più se la cava nella vita',
proponendo di riavvicinare in un nuovo Umanesimo un pensiero umanistico collegato alle
nuove tecnologie per affrontare le nuove sfide che le università devono cogliere.
L’Academy di cui abbiamo discusso oggi, potrebbe consentirci di perseguire questo tipo di
formazione, assegnando all’ultimo miglio della formazione universitaria, ampia e
contaminata da discipline
trasversali, una formazione specialistica che possa sopperire al
mancato allineamento tra la domanda e l’offerta del lavoro, trasferendo quelle competenze
richieste dalle aziende dal punto di vista tecnico e professionale attraverso percorsi
formativi innovativi e completando nel modo più proficuo per i nostri giovani la filiera della
formazione universitaria". E' questo uno dei passaggi principali dell'intervento della
Rettrice dell'Università della Basilicata, Aurelia Sole, aprendo i lavori del convegno “U-
Link Academy Basilicata", che si è svolto oggi, a Matera, nell'aula magna del Campus
universitario.
Il convegno è stato organizzato per esaminare il progetto - proposto da Svimez e
Fondazione Transita – della "U-Link Academy Basilicata", che ha come obiettivo quello di
accompagnare gli studenti nell’ultima fase della loro formazione universitaria attraverso
corsi e programmi didattici - definiti e realizzati in collaborazione con grandi imprese, a
capo di importanti filiere - in modo da accrescere e potenziare le loro competenze in senso
specialistico e facilitarne, così, l’ingresso nel mondo del lavoro.
Per il
Direttore di Svimez,
Luca Bianchi
, "la migrazione universitaria, per effetto della debolezza del contesto
sociale, determina una riduzione degli iscritti, un indebolimento dell’università e, di
conseguenza, un minore apporto del sistema universitario ai processi di innovazione.
Dobbiamo spezzare questo circolo vizioso e avvicinare il mondo della ricerca al mondo
dell’innovazione.
Serve un investimento più forte - ha aggiunto Bianchi - sul sistema universitario, che sia in grado di trasmettere competenza al sistema economico territoriale.
Bisogna costruire politiche ad hoc per il reverse brain drain, per attirare in Italia come nel
Mezzogiorno i talenti in giro per il mondo, connettere politiche per la formazione con
politiche industriali, mirate all’innovazione. Insomma un cambio di paradigma delle
politiche economiche”.
Secondo
il Presidente della Fondazione Transita, Pasquale
Carrano
, "oltre a generare saperi e conoscenze, l’università può essere determinante
anche per lo sviluppo economico - specie in quei territori appartati come il nostro - come
attrattore d’investimenti. Deve però allearsi con la Grande Impresa che opera nei contesti
internazionali, che vive e contribuisce a determinare i flussi delle opportunità anche per le
PMI dei territori in cui le Università sono radicate. In tal senso realizzare un’Academy
complementare a quella della Federico II di Napoli rappresenterebbe un inizio necessario".
nel corso del convegno, sono poi intervenuti il Rettore della Federico II di Napoli, Gaetano
Manfredi, il docente della Federico II, Giorgio Ventre - che ha presentato l’esperienza della
iOS Accademy di Napoli Federico II di cui è responsabile - e il prof. Mauro
Fiorentino
(Unibas) che ha illustrato il ruolo dei piccoli Atenei nel sistema universitario
nazionale. Successivamente, l'idea progettuale è stata al centro di un dibattito a cui hanno
preso parte Roberta Ficorella di
Indra
Italia
, Giancarlo Schisano
di
Leonardo
SpA
,
Giuseppe Zuliani
di
Conad
, Antonio Calabrò
di
Fondazione
Pirelli
, Vincenzo Strangis
di
Huawei
Italia
, Michele Di Trana di
Smartpaper
, Alan Smith
di
STMicroelectronics
e
Marco Onnembo
di
TIM
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