Ho inviato una richiesta di chiarimenti alla Direzione sanitaria e all’assessore Leone, in
merito ad alcune preoccupanti notizie che mi giungono dalle famiglie dei pazienti in dialisi, un tempo
ricoverati a Venosa ed oggi trasferiti a Rionero.
Sembrerebbe che, per poter incrementare il numero dei pazienti Covid (attualmente 18) a Venosa, si renda
necessaria la rotazione di quel personale sanitario, che è stato trasferito a Rionero, lo scorso 9 novembre, con
i 21 pazienti della dialisi del POD venosino.
Inoltre, se questa soluzione non sarà possibile, sembra che molti dializzati dovranno essere trasferiti sino al
San Carlo di Potenza.
Queste sconcertanti notizie, qualora confermate, saranno l’ennesimo duro colpo ad un territorio che ha
chiesto a gran voce di poter assicurare il mantenimento di servizi sanitari importanti, anche attraverso
un’adeguata compartimentazione degli stessi rispetto al reparto Covid.
Non solo non siamo stati ascoltati, ma veniamo a sapere che ora uno stesso personale potrebbe ruotare tra
Covid (Venosa) e dialisi (Rionero). È lecito chiedersi: che fine hanno fatto la tanto paventata “sicurezza” o il
rischio di “interferenze”? Senza considerare che, qualora fosse adottata l’eventuale ultima soluzione, ai
dializzati non si è riusciti nemmeno a garantire il (promesso e mai mantenuto!) servizio navetta per Rionero,
figuriamoci per Potenza!
Insomma, si continua a navigare a vista. Ma solo per Venosa, perché poi scopriamo che il POD di
Chiaromonte, invece, viene ben tutelato e, nonostante la trasformazione ad ospedale Covid, i servizi sanitari
esistenti resteranno attivi.
Ci piacerebbe conoscere le ragioni di questo accanimento contro il POD venosino. O forse, considerata
un’altra importante questione, ovvero la preoccupante assenza di vaccini antifluenzali nella cittadina
oraziana (mentre, ad esempio, nella vicina Lavello sono già stati distribuiti), un accanimento principalmente
contro Venosa!
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