PER UNA FRATERNITA’ SENZA CONFINI L’APPORTO DELLA CARITAS DIOCESANA


Dopo il fermo obbligato dei seminari in presenza, i volontari Caritas della Diocesi di Melf si sono incontrati con Vescovo Mons. Ciro Fanelli on line per condividere fraternamente quanto si sta vivendo in questi mesi e, soprattutto, per riflettere sul tema “ PER UNA FRATERNITA’ SENZA CONFINI - L’APPORTO DELLA CARITAS”. E’ stata anche l’occasione per le responsabili dei centri di ascolto per presentare le criticità che la pandemia pone alle comunità locali, e dialogare su alcune opportunità pastorali da porre in essere con modalità totalmente inedite, nuove, tutte da valorizzare al tempo della convivenza con il Covid-19. Il Direttore della Caritas Peppino Grieco ha presentato l’impegno concreto della Caritas Diocesana durante questo anno di pandemia che si è concretizzato attraverso i seguenti interventi:Le famiglie raggiunte sono state: 1.682 un totale di 5.720 persone. La Caritas ha acquistato direttamente € 12.000 di alimenti. Le Parrocchie ed Enti privati hanno donato alimenti per un valore di € 15.000. Sono stati prelavati dall’AGEA e distribuiti alimenti per un valore di € 145.000. Sono stati erogati alle persone € 142.000 di aiuti economici per affitti, mutui, bollette ed utenze varie.


Attraverso la BCC di Gaudiano è stato attivato un servizio di prestito a famiglie ed a piccole imprese a conduzione familiare in situazioni di vulnerabilità economica garantendo un fondo di € 30.000 per l’accesso al credito a condizioni agevolate. E’ in fase di realizzazione il progetto: “ALIMENTAMO GIOIA E STUDIO” con l’acquisto e la distribuzione di materiale scolastico e sussidi informatici per la DDA e DDI donati alle famiglie con bambini e ragazzi per un valore di € 25.000. La Pandemia ha fatto precipitare nella povertà assoluta molti assistiti che avevano un impiego irregolare; a questi si sono aggiunti i disoccupati di lunga data, i lavoratori dipendenti in cassa integrazione ed infne gli intermittenti e stagionali in attesa dei bonus. Considerevole è stata anche la percentuale di pensionati. La richiesta di accesso ai fondi parrocchiali e diocesani è stata prevalentemente motivata con il bisogno di avere alimenti, di pagare l’affitto, le bollette, le rate del mutuo. Anche la solitudine viene vissuta come un problema sensibile, che anzi il lockdown ha ulteriormente esteso e aggravato. A tal fne è stata avviata un’attività di ascolto telefonico, “In ascolto con il cuore”, per anziani soli e persone fragili. La valanga di richieste che ha sommerso i centri d’ascolto si è rivelata ben presto e in molti casi sproporzionata sia rispetto alle risorse, sia rispetto al numero dei volontari, sia rispetto alle stesse capacità organizzative ed ha richiesto nuovi modelli di ascolto e di intervento. Quello che è certo è che il lockdown ha fatto deflagrare le situazioni critiche, precipitare tanti equilibristi della povertà in una povertà conclamata. L’emergenza sanitaria ha portato con sé una crisi economica (aggravando la situazione già esistente) e soprattutto una crisi sociale. I centri d’ascolto della Caritas hanno continuato sostanzialmente ad essere una presenza viva e attiva sul territorio, una presenza che di fronte al dispiegarsi dei mille problemi causati dal Covid si è presentata spesso come unico e insostituibile riferimento per la collettività più prossima. Il Vescovo Fanelli ha sollecitato i volontari a ripartire dalla dignità della persona, di ogni persona; non si può prendere in considerazione soltanto la povertà, occorre andare verso la persona che è più grande della povertà che sta sperimentando. Il Presule ha fortemente incoraggiato gli operatori Caritas ad alleggerire l’umiliazione delle persone piagate dalle tante sofferenze per essere animatori della carità secondo il cuore di Cristo. L’invito che ha rivolto è di ripartire dall’ascolto della Parola, a trasformare la solidarietà in carità e fraternità, “perché solo l’amore reciproco e la condivisione di quanto abbiamo in beni materiali e spirituali rende bella e umana la nostra e l’altrui vita”. Ha poi esortato i volontari ad essere in prima linea nell’aiutare il prossimo per essere segno e strumento dell’amore incondizionato di Dio, senza pregiudizi, tenendo presente che l’impegno di un operatore caritas assume un signifcato non solo sociale ma soprattutto di forte testimonianza cristiana che deve poggiare sulla tenerezza e la gentilezza.Ha esortato a far sì che nei luoghi della Caritas ci sia un’altra umanità per diffondere la cultura del dialogo, sviluppare la cultura dell’incontro, superare e i conflitti e costruire riconciliazione e realizzare la citta dei fratelli. 

 Lorenzo Zolfo

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