📰 Il Reporter Alessandro Zenti di Melfi, da anni segue il fenomento del caporalato. Accende i riflettori sul Ghetto di Borgo Mezzanone.

E‘ uscita ieri l’inchiesta del giornalista Alessandro Zenti che da anni segue il fenomeno della migrazione nel sud Italia. In un video- inchiesta della durata di nove minuti,Zenti accende i riflettori sul ghetto di Borgo Mezzanone situato sull’ex pista di atterraggio nel territorio di Manfredonia e sul fenomeno del caporalato e sul Tramadolo, un farmaco che i migranti utilizzano per lenire la stanchezza delle lunghe e dure giornate di lavoro nei campi. Dalla viva voce dei migranti apprendiamo le dinamiche del caporalato, la fgura del caporale n ero collante tra migranti e aziende. Guadagni del caporale e legami con le aziende. Una storia quanto mai attuale viste le vicende degli ultimi giorni. Alla domanda: Forte impatto emotivo e tanti contenuti, come sei riuscito a creare empatia con i migranti notoriamente molto schivi e diffidenti? Ecco la risposta di Alessandro: ““Bella domanda. Sai, questo lavoro è frutto di anni di incontri. Purtroppo il giornalismo di oggi insegue, a mio parere, troppo , i tempi del web e delle news. Mentre tutto il mondo corre, io ho scelto di andare piano e lavorare con la tempistica giusta.Ci vuole tempo per conoscere e capire”. Guardando il video mi viene da pensare che sia stato anche un po’ pericoloso o sbaglio? Risposta: “Beh, ovviamente ogni contesto è diverso dall’altro e merita la giusta attenzione e le giuste precauzioni e, se vogliamo, una buona dose di determinazione e di coraggio”. Che idea ti sei fatto sul tema del caporalato? Sulla fine del Capolarato, Zenti riferisce: “Tanto è stato fatto e tanto si sta facendo ma il fenomeno tuttavia non accenna a sparire, oltre i controlli repressivi ci vuole consapevolezza da parte del consumatore al momento dell’ acquisto. “ Educare ” e premiare chi segue un discorso etico e di trasparenza della fliera. Sinergia e coinvolgimento delle istituzioni che devono accertare e monitorare che sia davvero così. La grande distribuzione schiaccia tutti ma chi ne fa le spese è l’ ultimo della catena che è sottopagato, vessato dai caporali e per reggere i ritmi di lavoro deve “ doparsi ”. E ‘davvero questo il mondo che vogliamo? Io credo che nel ventunesimo secolo non sia accettabile leggere certe cose, davvero non è umano”. 

Lorenzo Zolfo

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