📰 Editoriale. Calvello con UNICEF Potenza


Venerdì 8 aprile arrivo nella scuola media di Calvello alle 9,00. La preside dell’Istituto Comprensivo di Laurenza, Calvello , Albano e Brindisi di Montagna, Clelia Latalardo, mi accoglie con la professoressa Anna Maria Masini e subito noto su un grande tavolo dell’atrio e sopra un armadio orologio, vasi, opere in rame che spiccano per i loro colori vivaci.

Da qualche giorno la scuola è in fermento perché ha deciso per la domenica delle Palme il 10 aprile di portare in Piazza Giovanni Falcone, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 19,00, i manufatti realizzati dalle tre classi per raccogliere fondi pro UCRAINA. Le professoresse Masini, Maria Larocca e Loretta Dommarco mi mostrano con orgoglio gli oggetti e ci accompagnano con la preside anche in sala professori per farci vedere i cestini con uova di pasqua di carta e gomma e molti altri quadretti creati con fili di rame e vasi fatti con il cemento. “ Abbiamo presentato le caratteristiche del rame e del cemento durante i laboratori pomeridiani del tempo prolungato e usare le mani per creare oggetti in piccoli gruppi è stata per i ragazzi e le ragazze un’esperienza coinvolgente.”

Tutti gli alunni si raccolgono nella classe seconda ampia e dotata di lim. Mi presento e racconto cosa l’UNICEF con i suoi “ blue dots”, centri specializzati per il sostegno di bambini e famiglie, sta portando avanti. Sono stati istallati nei paesi che confinano con l’Ucraina e a Trieste e garantiscono in un unico luogo spazi sicuri, servizi essenziali, spazi per giocare, protezione e supporto per le famiglie in fuga dalla guerra, con un’attenzione particolare per i minori non accompagnati che possono essere vittime di tratta. Subito dopo le tre classi mi presentano tre corti nei quali con musica, disegni, riflessioni raccontano le emozioni che provano per la guerra in corso.E scorrono le immagini di palazzi sventrati dai missili, di uomini e donne in fuga, di bambini che piangono in braccio alle madri. Sottolineano che dopo due anni di pandemia hanno diritto ad essere sereni, di guardarsi finalmente negli occhi, di stare insieme a scuola e invece la guerra ogni giorno li sconvolge. Leggo le riflessioni di Fabio Rovazzi, ambasciatore UNICEF che la scorsa settimana ha visitato ai confini dell’Ucraina i luoghi UNICEF che accolgono i rifugiati e che racconta di nonni che non avrebbero mai voluto rivivere con i loro nipoti le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale. La canzone We are the world “ Noi siamo il mondo”, scelta come colonna sonora in uno dei video, sintetizza, credo, i loro sentimenti. “Sta arrivando un tempo/e ci dirigiamo verso un’unica chiamata/ il mondo deve diventare unito come uno/ci sono persone che stanno morendo/ ed è tempo di aiutare la vita/il più grande regalo per tutti”. 

Mario Coviello

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