📰 Editoriale: Le idi di Monte Crugname

La discussa storia della Cava di Monte Crugname continua a destare preoccupazione e sconcerto tra i cittadini della zona del Vulture. La delibera di giunta regionale del 4 maggio ha notevolmente accelerato il pericolo che la cava si faccia, con tutte le sue gravi conseguenze. 

Il Vulture rappresenta una bellezza paesaggistica e naturalistica unica al mondo. Costituisce uno scrigno di valori ambientali e storici importantissimi, poiché vi transita la via Appia Antica, che conferisce a quell’area una rilevanza archeologica fondamentale. Recenti studi pubblicati, inoltre, hanno confermato definitivamente il suo collegamento con uno dei ponti più noti al mondo: il Ponte Pietra dell'Oglio sull'Ofanto. Un ponte del II secolo a. C., già vincolato e riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali dal 1980, che si colloca nel quadrilatero del Vulture, trovandosi al confine di 4 comuni: Melfi, Rionero, Aquilonia, e Monteverde. Il Vulture − oltre a essere una zona di eccellenze produttive, doc, dop, igt, docg, uniche al mondo, a cui è stata conferita la massima tutela dalle norme vigenti − è puntellato da masserie storiche e abitato da numerose famiglie che vivono da generazioni in questo territorio e che generano un indotto produttivo, enogastronomico, turistico tipico della Basilicata, nota nel mondo come regione verde per le sue peculiari colline e per il monte Vulture. Inoltre, quest'ultimo ospita un bacino idrico (oro blu del Vulture) che sgorga finanche nelle falde sottostanti lo stesso monte, definito anche un monumento naturalistico unico (sacro) nel suo genere con gli elementi di pietre arcaiche, opere d'arte naturali tra cui si è svolta anche la vita del santo eremita. 

La cava comporterebbe l’abbattimento e sventramento della collina con una devastante ferita morfologica, (4 milioni di mc iniziali) e con tutte le massicce conseguenze ambientali e sanitarie che deriverebbero dal possibile sprigionamento delle cancerogene polveri della silice (impatto, quest’ultimo, minimizzato se non addirittura non valutato nell’ambito del procedimento) finendo per compromettere non solo la purezza e l'integrità del territorio circostante e sottostante, con ripercussioni su tutti i prodotti di eccellenza sopradescritti (l’aglianico del Vulture doc), ma anche, essendo una zona ventosa, sugli abitanti della vallata, su tutta l'area di Melfi a soli 2 km dallo stesso monte. Lo sventramento del monte destabilizzerebbe l’equilibrio di fauna e flora dell’area, pregiudicando lo sviluppo vocazionale del Vulture e dei suoi laghi, il cui pregevole, delicato ecosistema non deve essere alterato. 

A fronte di tutto questo, vorremmo evidenziare il dato normativo, che già di per sé dovrebbe bastare a bloccare questa sciagura, ovvero il vincolo paesaggistico posto dalle norme regionali a salvaguardia di questa zona attraverso l. r. 28/91 e L.R. 3 aprile 1990 articolo 8 e 9. Ci chiediamo, a questo punto, che fine farebbero i vincoli ambientali attualmente vigenti su quel territorio riconosciuto come zona contigua del parco del Vulture e sito tutelato dal corridoio ecologico della carta Natura regionale. Inoltre, sussistono delle condizioni particolari, sospette relative alla tempistica con cui queste autorizzazioni si sono succedute nel tempo. Dà da pensare il fatto che in seguito a un riposizionamento dei vertici, sia del governo regionale e sia della soprintendenza, nel giro di pochissimo tempo, si sia dato improvvisamente impulso all'autorizzazione per lo sventramento del monte. Infatti, ci chiediamo come mai l'assessore all’ambiente precedente aveva sospeso la questione in attesa di un nuovo pronunciamento da parte della soprintendenza e, invece, il neo- nominato Latronico, come primo atto dal suo insediamento, ha voluto fare alla nostra zona questo​ bel regalo? Il tutto senza neanche attendere il parere obbligatorio delle soprintendenza, le richieste in autotutela, gli esiti dei ricorsi al PDR e ignorando le proteste dei cittadini. Inoltre, come mai la soprintendenza ha emesso una nota tanto opaca, ambigua, e si è guardata bene dal nominare il transito della via Appia (citata invece nella sospensione richiesta dal precedente soprintendente) in prossimità della collina di Crugname? E come mai, sempre la soprintendenza, nell'atto stesso, ha escluso tutti i tratturi antichi (anche il tratturello di San Guglielmo) che circondano Monte Crugname dal territorio interessato alla cava? Quella è un’area dal forte interesse religioso: è lì che il grande San Guglielmo da Vercelli ha scelto di condurre la sua vita eremitica. Infine, confidiamo negli amministratori del comune di Melfi, che a parole si sono professati contrari alla violenza della cava sul territorio. Chiediamo che il Comune contrasti immediatamente e con atti specifici l’autorizzazione della cava e ottenga dalla Regione l’annullamento dell’istanza! Un lento e annoso iter autorizzativo sviluppatosi, sin dall’inizio, sottotraccia: l’acquisto della collina, la vicenda della sdemanializzazione del tratturello (ma sempre tutelato dalle norme) senza adeguata richiesta di consulenza archeologica approfondita, le varie integrazioni della istanza, forse aggiustata dagli uffici, e la mancanza di valutazioni e coinvolgimenti dell’ente Parco del Vulture, dell’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura regionale, del Comitato Tecnico Scientifico regionale, del Comune di Monteverde, e dei cittadini che abitano intorno, nel rispetto dei diritti dei cittadini del corpus normativo, art.li 9, 41, 97 ecc. e convenzioni internazionali controfirmate dall’Italia fra cui Aarhus. Finalmente le varie manifestazioni contro la cava e il dissenso delle varie associazioni e alcuni esponenti politici, hanno indotto, almeno per ora, la Regione a sospendere la delibera, per 60 giorni, per poter fare i vari approfondimenti e le verifiche necessarie. Un primo traguardo, certo, ma non ci fermeremo fino a quando le istituzioni, a più livelli, non decreteranno la totale cassazione della delibera, come da volontà di tutto il Vulture. 

Il nostro territorio è solo da valorizzare e occorre che l’amministrazione comunale intraprenda politiche serie che consentano uno sviluppo collettivo, turistico e sostenibile. Noi non faremo mancare le nostre proposte. La cava è una sciagura che preannuncia un disastro per il Vulture a tutti i livelli. Noi pretendiamo con tutte le forze di non dover consegnare alla memoria storica le idi di Monte Crugname. Comitato Cittadini del Vulture

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