đź“° Editoriale: Tracce lucane ne “L’istante e l’eternitĂ . Tra noi e gli antichi”

C’è presenza archeologica della Basilicata nella mostra L’istante e l’eternitĂ . Tra noi e gli antichi che resterĂ  aperta fino al 30 luglio a Roma presso le Terme di Diocleziano. E non è solo una esposizione di singolari reperti, quanto un viaggio nell’istante eterno della nostra civiltĂ . 

 Curata da una delle massime autoritĂ  in archeologia, il venosino Massimo Osanna, con StĂ©phane Verger, Maria Luisa Catoni e Demetrios Athanasoulis, la mostra si apre nelle Grandi Aule in quel contesto sontuoso datato 298 dopo Cristo. Calchi in resina e gesso rivenienti da Pompei accolgono il visitatore quale metafora del tempo fermatosi nella cittĂ  campana nel 79 d.C. con l’eruzione del Vesuvio. Cinque le sezioni della mostra: l’eternitĂ  di un istante; la fama eterna degli eroi; l’ordine del kosmos; le opere e i giorni; umani divini. E via via si ritroveranno anche reperti rivenienti da Policoro e Metaponto, la Magna Grecia lucana, oggetto di studio di Osanna quando operava da docente in universitĂ  fra la Basilicata e Parigi. Restano ammalianti Poseidone e Amimone sui vasi della Tomba di Policoro, mentre simboli orfici campeggiano sulla Tomba di Metaponto. “Il rapporto con gli antichi è doppio: da una parte l'infinito processo di trasmissione che è all'origine della nostra cultura fra ereditĂ  ed interruzioni e, dall'altra, l’immedesimazione con un mondo lontano, così intimamente nostro ... noi siamo il treno della vita, con binari segnati: le parole, le linee antiche che, sartoriali, avvolgono il presente.” Sottolinea Massimo Osanna nel suo saggio del catalogo: “In riferimento alla cultura greco-romana ovviamente non si può certo individuare un inesistente carattere suo proprio, ma piuttosto i tratti dinamici di stili di vita, prodotto di una interazione comunicativa tra uomini che si reinventa e rinegozia nel fluire del tempo, generazione dopo generazione.” La mostra conta circa 300 pezzi unici tra opere greche, romane, etrusche e italiche, medievali, moderne e contemporanee: fra le finalitĂ  vi è essenzialmente quella di esaminare e contemplare il rapporto che noi intratteniamo con gli antichi. Per questa magnifica vetrina si riaprono al pubblico – dicevamo - alcune delle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano, che ospitarono nel 1911 la Mostra Archeologica nell’ambito delle celebrazioni per il primo cinquantenario dell’UnitĂ  d’Italia e che conservano parte dell’allestimento storico degli anni Cinquanta. L’evento alle Terme di Diocleziano è promosso dal Ministero della Cultura italiano e dal Ministero della Cultura e dello sport della Grecia (Eforato per le AntichitĂ  delle Cicladi) a testimonianza dell’importante collaborazione tra i due Stati, culle imprescindibili della civiltĂ . Massimo Osanna – che piĂą volte abbiamo avuto il piacere di intervistare - è un orgoglio tutto lucano: nel 2014 Osanna viene nominato Soprintendente archeologo per i Beni Archeologici di Pompei Ercolano e Stabia; dal 2016 al 2020 è stato direttore generale, che rilanciò completamente il Parco fra i piĂą visitati al mondo. Tre anni fa è stato nominato Direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, avocando a sĂ© la direzione del Parco archeologico di Paestum e Elea-Velia. All’uscita delle Terme campeggiano le parole senza tempo della laminetta orfica di Thurii colonia greca del IV sec. a.C. vicino Cosenza, come una formula pronunciata all’ingresso dell’Ade: “Volai via dal doloroso ciclo grave d’affanni, e ascesi alla desiderata corona con piedi veloci. Mi immersi nel grembo sella Signora regina degli inferi, discesi dalla desiderata corona con piedi veloci. O felice e beatissimo, nume sarai, invece che mortale.” Quanta infinita ricchezza conserva Roma.

 

Armando Lostaglio

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