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📰 Editoriale: A Brienza La presentazione del romanzo "Respiro oltre" di Cinzia De Marzo
Un'atmosfera di cultura e di respiro internazionale è stata creato da
Rocchina Adobbato nella sua Dimora di charme La Voce del Fiume, a
Brienza. La presentazione del romanzo "Respiro oltre" di Cinzia De
Marzo, edito da Il filo di Arianna, ha dato spunti di riflessioni di
spessore elevato, fra artisti avvocati e intellettuali, politici.
Introdotti dal sindaco della cittadina di Mario Pagano, Antonio
Giancristiano e dalla padrona di casa, Rocchina Adobbato, la serata ha
visto la presenza della Consigliera regionale Dina Sileo che ha espresso
parole di elogio alla iniziativa culturale in un luogo straordinario,
promossa anche dal CineClub De Sica Cinit. Ad interloquire con l'autrice
è stato Armando Lostaglio, critico di cinema e giornalista che ha
trovato nel libro spunti cinematografici, dal "The nel deserto" di
Bertolucci alla Sindrome di Stoccolma.
L'autrice Cinzia De Marzo è avvocato di origine barese, specialista in
diritto dell’Unione europea a Bruxelles, si occupa anche di clima e di
turismo culturale. E da qualche tempo si dedica con impeto e competenza
alla scrittura. Dopo aver dato alle stampe "Clausura liberatoria" ,
ritorna con questo racconto di viaggio, interiore quanto fisico, fra
varie umanità e luoghi dell’anima. Il nuovo romanzo si apre infatti con
un verso di Henry Miller: La propria destinazione non è mai un luogo, ma
un nuovo modo di vedere le cose.
Nel vortice delle emozioni che travolgono i protagonisti del romanzo,
la narrazione si snoda in momenti temporali diversi, attraverso il
racconto di due donne. Voce narrante è quella di Amelie, aspirante
regista cinematografica che mette in gioco anche il rapporto controverso
con i propri genitori. Si va indietro nel passato con il diario di
viaggi di Clara, giornalista e compagna del pittore Akim, coppia al
limite del masochismo. La cornice geografica di riferimento spazia tra
Napoli e Roma, passando per Milos in Grecia, sino a giungere in India e
Marocco, conducendo il lettore in un'atmosfera esotica, ad un ritmo
blando e costante. A corollario di tali vicende relazionali dominano i
sentimenti di ciascuno, con diversi stati di sospensione.
Intrecci su vari livelli emotivi: rapporti madre figlia, madre assente
e figlia che si lega ad una madre che non lo sarà mai; relazioni
difficili di coppia al limite della Sindrome di Stoccolma; il lettore si
crea un proprio film che evoca, dicevamo, Il thè nel deserto di
Bertolucci (tratto da Paul Bowles). Amelie, l’io narrante, Clara ne
diventa il suo alter ego, Akim è l’artista disperato che maltratta Clara
cui rimane fortemente attratta. Un film già scritto. Un viaggio fisico e
uno nell’anima, nel senso più profondo. Il pubblico della Voce del Fiume
è stato brillantemente coinvolto dal racconto.
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