📰 Editoriale. Dal Dipartimento di Ingegneria dell’Unibas una ricerca per “scoprire” a priori gli effetti dei terremoti sulle strutture
Pubblicata negli atti del 43/o National Conference del Gruppo Nazionale di Geofisica della
Terra solida vince il premio dell’Associazione per la Geofisica Licio Cernobori (AGLC)
2025
Un modello sperimentale in grado di valutare, a priori, gli effetti delle componenti non
strutturali nella valutazione del comportamento di un edificio in caso di un terremoto: è
questo, in sintesi, l’obiettivo dello studio “Estimation of the fundamental period of infilled
RC framed buildings at different design limit states” (Stima del periodo fondamentale di
edifici in cemento armato con tamponature a diversi stati limite di progetto), realizzato dal
team del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi della Basilicata, composto
dal prof. Felice Carlo Ponzo e dai ricercatori Nicla Lamarucciola e Rocco Ditommaso.
Lo
studio originale è stato pubblicato nel 2024 sulla rivista internazionale Structures di
Elsevier, e ha ottenuto un importante riconoscimento.
Giovedì 13 febbraio a Bologna,
nell’ambito del convegno nazionale del Gruppo nazionale di Geofisica della Terra solida,
Nicla Lamarucciola ha ricevuto il premio per la categoria “Disaster risk analysis and
reduction”.
Il lavoro – secondo quanto scritto nella motivazione della commissione –
propone “un modello physical-based per la stima del periodo fondamentale di vibrazione di
strutture intelaiate in calcestruzzo armato”, con una metodologia che “tiene conto
dell’altezza totale dell’edificio e del ‘drift’ di piano, parametro di riferimento nelle diverse
fasi di progettazione strutturale”.
Basato su dati sperimentali, “il modello potrebbe
costituire un utile ausilio nella valutazione e progettazione delle componenti non strutturali,
contribuendo così a una maggiore sicurezza sismica delle costruzioni”.
Uno degli aspetti
distintivi della ricerca è quindi la capacità di integrare approcci teorici e numerici con una
componente sperimentale avanzata, che consente di testare e perfezionare i modelli,
verificandone così l’applicabilità nella realtà.
La validazione sperimentale dei modelli è
stata resa possibile dalla presenza nell’Università della Basilicata del “Laboratorio Prove
Materiali e Strutture”, parte della Rete di Laboratori “ReLUIS”, di cui il prof. Ponzo è
responsabile scientifico, che rappresenta un’infrastruttura internazionale per la validazione
sperimentale delle ricerche ingegneristiche, permettendo lo studio del comportamento dei
materiali e delle strutture sottoposti a sollecitazioni sismiche.
L’impiego di tecnologie
avanzate consente di condurre test su elementi strutturali, fornendo dati fondamentali per
lo sviluppo di metodologie innovative nel campo della sicurezza e della progettazione
antisismica.
La possibilità di passare dagli studi teorici alla verifica sperimentale, è “un
elemento chiave – ha spiegato Ponzo - che caratterizza l’eccellenza della ricerca del
Dipartimento di Ingegneria dell’Unibas.
Questa sinergia permette di ottenere risultati
scientifici di alto livello e rappresenta un valore aggiunto per la formazione delle nuove
generazioni di ingegneri.
Il riconoscimento, ottenuto per la terza volta in 15 anni, è il
risultato di un’attività scientifica che caratterizza profondamente la produzione accademica dell’Ateneo lucano.
Le attività condotte nel Dipartimento di Ingegneria non si limitano
quindi allo studio teorico di fenomeni fisici e strutturali, e grazie a questo equilibrio tra
ricerca teorica, numerica e sperimentale, l’Università della Basilicata si distingue nel
panorama accademico nazionale e internazionale, consolidando il ruolo di riferimento nella
ricerca ingegneristica e nella prevenzione dei disastri naturali.
L’Unibas – ha concluso il
docente universitario - continua a investire nella ricerca e nella formazione, consapevole
del ruolo cruciale che l’innovazione scientifica gioca nello sviluppo sostenibile del territorio
e nella sicurezza delle infrastrutture.
Questo premio rappresenta dunque non solo un
riconoscimento per i ricercatori premiati, ma anche una conferma dell’importanza di un
ateneo e di un Dipartimento che, con la loro eccellenza accademica, contribuiscono al
miglioramento della società nel suo complesso”.
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