📰 Festival del Cinema di Venezia, Terre perdute in mostra a Venezia

Fra i meriti indiscussi di una Mostra cinematografica come Venezia va di certo annoverato quello di mettere in luce disagi e conflitti etnici di cui comunemente si ignorano l'esistenza. 
Harà Watan (Lost Land, Terre perdute) di Akio Fujimoto, regista giapponese, inserito nel concorso parallelo "Orizzonti", ci racconta di due fratellini in fuga con la madre da un campo profughi Rohingya in Bangladesh. 
Apprendiamo da questo piccolo capolavoro talmente ben girato che i rifugiati Rohingya in Bangladesh sono cittadini del Myanmar sfollati con la forza dallo Stato di Rakhine e che ora vivono in Bangladesh. 
Il popolo Rohingya ha subito persecuzioni etniche e religiose in Myanmar per decenni. 
Centinaia di migliaia di persone sono fuggite in altri paesi del sud-est asiatico, tra cui Malesia, Indonesia e Filippine. 
La maggior parte di essi ha cercato rifugio in Bangladesh. Aggiungendo povertà a marginalità. 
In Bangladesh, ci sono due campi profughi ufficialmente registrati situati a Ukhiya e Teknaf nel distretto di Cox's Bazar. 
La violenza in Myanmar è aumentata negli ultimi anni, quindi il numero di rifugiati Rohingya in Bangladesh è aumentato rapidamente. 
Il film ne da conto in maniera esile e realista, puntando l'obiettivo sui disagi del profughi: viaggi di fortuna e lunghe traversate in mare su barconi malconci. 
La narrazione è filtrata dagli occhi dei due fratellini, la bambina di una decina di anni e il fratellino di cinque. 
Che dire straordinari è poco. 
In un finale da brividi, con il regista e gli attori a prendersi 10 minuti di applausi. 
Il film concorre anche per il Premio Sorriso Diverso. 
Apprendiamo che la storia del popolo Rohingya può essere suddivisa in tre periodi distinti: precoloniale, coloniale e postcoloniale. 
Nell'era precoloniale, il regno indipendente di Arakan (oggi Stato di Rakhine) ospitava popolazioni diverse, tra cui marinai arabi musulmani giunti tra il 788 e l'810 d.C., seguiti da coloni bengalesi tra il XV e il XVII secolo. 
Durante questo periodo, Rohingya e buddisti arakanesi coesistevano pacificamente, condividendo scambi culturali ed economici. Tuttavia, questa armonia fu interrotta dalla colonizzazione britannica nel 1825, dopo la prima guerra anglo-birmana. 
La divisione tra queste comunità si approfondì ulteriormente durante la seconda guerra mondiale, quando i Rohingya si allearono con gli inglesi, mentre i buddisti arakanesi si schierarono con i giapponesi. 
Tragedie etniche nascoste che solo il Cinema riesce a rendere note, grazie a registi di encomiablbile impegno civile. 

 Armando Lostaglio

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