📰 Puntate verso l’Alto! Messaggio al mondo della scuola all’inizio dell’anno scolastico 2025-2026
ai docenti e al personale tutto,
ai dirigenti scolastici
Carissime e carissimi,
1. all'inizio di questo nuovo anno scolastico, dopo l’esperienza della Visita Pastorale, che mi ha condotto a varcare le soglie dei vostri istituti scolastici, desidero insieme a voi ringraziare tutti i dirigenti con i collegi-docenti per la bellissima opportunità che mi hanno concesso e per l’accoglienza calorosa che mi hanno riservata: grazie!
Un ringraziamento particolare mi sia consentito di rivolgerlo agli insegnanti di religione che, con grande capacità di coinvolgimento, hanno fatto in modo che ogni incontro della Visita pastorale fosse bello, ricco e arricchente creando interessanti momenti di dialogo con voi studenti.
Ma, mentre si avvia questo nuovo scolastico 2025-2026, voglio soprattutto raggiungere voi ragazze e ragazzi, insieme ai vostri genitori e ai vostri stimatissimi docenti, con un pensiero di augurio, vicinanza e riflessione, perché il tempo che si apre dinanzi a voi non sia solo un susseguirsi di lezioni e verifiche, ma un vero e proprio cammino di crescita umana e spirituale.
La vostra è un’età importantissima, che va non solo valuta, ma sopravvalutata. Mi spiego. E’ l’età-laboratorio di tutta la vita. E’ l’età in cui succede una cosa fondamentale: si semina il futuro. Ciascuno è irrepetibile.
2. Carissime e carissimi, per questa ragione, dovete portare con sano orgoglio il vostro nome, che ogni mattina viene pronunciato in aula con l’appello scolastico. Voi potete e dovete essere l’inizio di qualcosa di unico. Vorrei iniziare questo mio messaggio prendendo in prestito l'immagine potente di un grande vescovo e un grande studioso della bibbia, il Cardinale Carlo Maria Martini.
Il Cardinale, arcivescovo di Milano per lunghi anni, ci ha consegnato una riflessione importante su una pagina bellissima del vangelo di San Luca: i due discepoli di Emmaus (Luca 24, 13-35). Da questa pagina ricaviamo una grande verità: La vita è un “lungo” viaggio! Anche l'anno scolastico, anche questo anno che ora inizia, è un meraviglioso viaggio.
Come i due discepoli viandanti, anche voi, ragazze e ragazzi, potreste iniziare questa avventura con il "volto triste", carichi di incertezze, con la “marcia indietro”, forse anche un po’ delusi dalle difficoltà del passato o timorosi per le sfide future. Sono sentimenti umani, comprensibili.
La scuola, a volte, può sembrare un luogo che ci espone a "situazioni di vita estreme", come quelle narrate dalla scrittrice sudcoreana Han Kang (27 novembre 1970), premio Nobel per la letteratura (conseguito il 10 ottobre 2024 con la seguente motivazione: “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”; grazie al romanzo, Atti umani, Adelphi Edizioni), situazioni che mettono a nudo la nostra fragilità e ci costringono a confrontarci con la fatica e il dolore.
3. Eppure, carissimi, proprio come i due discepoli di Emmaus, voi non siete soli in questo cammino. Un compagno di viaggio si fa accanto a voi, spesso in modo discreto. Può avere il volto di una insegnante appassionata, di un compagno di banco che vi offre il suo aiuto, o la voce di una parola letta su un libro che improvvisamente illumina la vostra mente e, come per i discepoli, fa “ardere” il vostro cuore nel petto. Carissimi, non temete le domande, soprattutto quelle che sembrano non avere risposta.
È attraverso l'ascolto e il dialogo che ogni paura, piccola o grande, si scioglie e lascia il posto alla comprensione. Ma qual è il metodo per valorizzare il tempo dello studio senza ridurlo ad un impegno sterile che porta ad accumulare nozioni, ma un vero nutrimento per la vita? Carissimi, ogni vero apprendimento inizia sempre dal silenzio e dall’ascolto.
Non abbiate paura di fermarvi per capire ed ascoltare, non abbiate vergogna di fare una sosta di fronte a una pagina difficile o a un concetto che vi sfugge.
Non cedete alla tentazione immediata di correre avanti, create invece uno spazio interiore per chiedervi: "Cosa significa veramente questo? Perché è importante?". Da questo silenzio-interrogante, nasce la capacità di ascoltare veramente l’altro che, in qualche modo, ha una correlazione anche con la lezione del vostro insegnante, il capitolo del vostro libro di testo, l’esercizio di matematica, con tutto ciò che accade non per caso ogni giorno. Tutto ha un senso.
4. Ascoltate le lezioni non con l'ansia di memorizzarle, ma con il desiderio di comprenderle. È così che lo studio si trasforma in un incontro, un momento quasi di "nutrimento" in cui la conoscenza viene "spezzata" per voi e diventa “cibo”, qualcosa da assimilare e fare vostro.
Questo processo vi renderà capaci di raccontare agli altri, cioè di non tenere per voi ciò che avete imparato, ma di condividerlo con gli altri, aiutando chi è in difficoltà e diventando voi stessi testimoni di una cultura che genera vita felice.
In questo percorso, vi propongo un modello, un giovane come voi che ha saputo trasformare l'ordinario in straordinario: Pier Giorgio Frassati, che il Papa ha proclamato santo proprio ieri, 7 settembre. Anche Pier Giorgio fu studente. Conosceva la fatica dello studio e le incomprensioni in famiglia. Eppure, la sua vita non fu mai mediocre. La sua vita di giovane cristiano non era fatta di cose strane, ma di una intimità e di un’amicizia speciale vissuta con gioia e fedeltà nella quotidianità. Gesù di Nazareth. Il suo Vangelo.
5. Pier Giorgio insegna, soprattutto a noi adulti, che la fede non è un'abitudine, ma una "convinzione", una scelta libera e personale. Per Pier Giorgio, l'incontro quotidiano con Gesù non era l’incontro vuoto con un personaggio inesistente, ma l’amicizia con una persona viva, Gesù, che come ogni amicizia vera genera un'energia inesauribile che lo spingeva non a fuggire dagli altri, ma ad andare verso di loro riconoscendoli come fratelli.
Pier Giorgio diceva ai suoi coetanei: "Gesù mi fa visita con la comunione ogni mattina e io gliela restituisco nel modo che posso, visitando i poveri”. Meraviglioso.
6. Ecco la prima lezione per il vostro nuovo anno: lo studio, la cultura, le competenze che acquisite non sono un tesoro da custodire gelosamente per voi stessi. Sono doni da condividere, strumenti per servire, per riparare la casa, cioè ciò che conta davvero della nostra società. Infatti, un Vescovo eccezionale, don Tonino Bello diceva una frase che amo ripetere spesso, perché è straordinaria: “chi non vive per servire, non serve per vivere!”.
Frassati era un giovane come voi, pieno di voglia di vivere e abitato da tanti desideri: egli amava stare con gli amici, era innamorato della montagna, dello sport, delle escursioni ed aveva creato un gruppo di amici chiamato "Compagnia dei Tipi Loschi". Con questo gruppo condivideva tutto.
Egli ci mostra che la vita cristiana è ricerca, è sorgente di gioia piena, amicizia e bellezza. Pier Giorgio, era sensibile, ma non era un vigliacco. Era un giovane coraggioso, con un forte senso della giustizia, che non esitò a schierarsi contro la violenza e la prevaricazione del fascismo nascente, arrivando anche ad essere arrestato per difendere i valori in cui credeva.
Anche il nostro tempo si trova ad attraversare il tornante difficile dell’orrore delle guerre. Tutti sentiamo il bisogno e l’urgenza di una pace che - come ha affermato papa Leone XIV - sia “disarmata e disarmante”. La testimonianza di Pier Giorgio Frassati ci ricorda che anche noi, oggi, possiamo essere studenti che sanno essere cittadini consapevoli e responsabili, capaci di un "impegno di servizio cristiano al bene comune".
7. Mi permetto di fare anche un riferimento letterario: la scrittrice Han Kang. Come vi dicevo, le opere del premio nobel Han Kang – soprattutto il romanzo Atti umani - pur nella loro durezza, ci parlano di corpi che diventano segno di protesta contro la violenza del mondo.
Anche i vostri gesti quotidiani, le vostre scelte, possono diventare comportamenti veri, cioè "azioni profetiche": scegliere l'onestà quando sarebbe più facile copiare, difendere un compagno bullizzato, dedicare tempo al volontariato, usare i social network per costruire ponti e non per alzare muri, fare visita agli ammalati e ai sofferenti, stare vicino ai nonni, coltivare il senso di responsabilità per il creato, sognare un futuro pieno di bellezza e impegnarsi per lo sviluppo del nostro territorio.
Sono queste le "scelte determinanti" che danno qualità alla vostra vita.
8. Carissime e carissimi, imitate dunque i due discepoli di Emmaus che, dopo aver messo “la marcia indietro” per andare a rinchiudersi nella “zona confort” di Emmaus, cambiano totalmente solo dopo aver fatto l’esperienza di un incontro speciale e diventano capaci di dare una nuova direzione al loro cammino. Ritornano a Gerusalemme. Si sentono liberi di ricomiciare.
Voi, ragazzi, infatti, non dovete restare fermi. Avvertite in voi l'urgenza di "partire senza indugio" con la “marcia in avanti” che vi riporta a Gerusalemme, per condividere con altri la gioia di ciò che avete scoperto.
L'anno che vi attende è per voi un'occasione unica, che noi adulti, purtroppo, non abbiamo più con la stessa vostra intensità.
Non lasciatevela sfuggire. Siate curiosi, studiate con passione, coltivate amicizie vere, non abbiate paura di puntare "verso l'Alto".
Vi accompagno tutti con affetto, con la mia preghiera e la mia benedizione.
Buon anno scolastico!
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