Mediterraneo NO Triv: UN GRIDO DI DOLORE


Nasce spontaneo in me un grido di dolore quando mi rendo conto che non uno, ma tre impianti di trattamento acque stanno per entrare in funzione in Area Industriale di Viggiano; uno è l’impianto denominato Cuozzo , uno è l’Impianto denominato Danella ed infine c’è l’impianto Interno COVA.
Ormai essi nascono come funghi, funghi però assai velenosi perché la loro gestione comporterà l’uso di acidi e di sostanze aggressive e tossiche che circoleranno per la Val D’Agri e per l’intera Basilicata con potenziale pericolo per la salute e l'ambiente.
Sono impianti che dovrebbero separare l’acqua dal petrolio e dalle sostanze inquinanti presenti nella miscela che viene recuperata dal sottosuolo dopo lo sversamento incontrollato di petrolio dell’Agosto 2016 e del Febbraio 2017, oppure che dovrebbero separare e ripulire l’acqua di strato fossile che è stata nel sottosuolo millenni insieme al petrolio, ma che genereranno enormi quantità di scarti e di materiali contenenti alte concentrazioni di inquinanti ( idrocarburi, metalli pesanti e radioisotopi) , materiali questi che dovranno, a loro volta, essere trasportati dove presso impianti che al momento non è dato conoscere,ma che permetteranno certamente a Eni di risparmiare milioni di euro all’anno e di recuperare una parte di quel petrolio sversato in 25 ettari di terreno attorno al COVA.
Il mio grido di dolore nasce però:

Quando mi accorgo che l’Impianto Syndial Interno al COVA potrebbe concludere il suo percorso autorizzativo con la Conferenza di Servizio Autorizzativa convocata in pieno periodo di ferie (27 Agosto 2018) senza che il Sindaco Amedeo Cicala abbia mosso un dito per fermarlo e senza che abbia nemmeno tentato di fare opposizione concreta durante l’iter autorizzativo;

Quando sento il silenzio assordante dei Viggianesi e degli abitanti della Valle che sono stati informati del pericolo di avere veri e propri impianti chimici in Zona Industriale e non hanno protestato e/o reagito disinteressandosi e pensando che poche persone che tengono alla loro terra potessero fermare da soli il famelico cane a sei zampe;

Quando sento i miei concittadini che si lamentano del rumore dell’impianto Cuozzo, già operativo, e che non riescono a dormire per il rumore con le finestre aperte e poi non reagiscono quando stanno per entrare in esercizio altri 2 impianti simili di cui uno, quello del COVA, molto più rumoroso e impattante;

Quando leggo che in Conferenza di Servizio del 21 Maggio 2018, l’ENI afferma che, dovendo collegare con le tubazioni i piezometri realizzati, agli impianti di trattamento, non sarà possibile misurare le quantità di petrolio emunte dal terreno a seguito dello sversamento e nessuno dei tecnici presenti in Conferenza di Servizio batte ciglio davanti ad una tale affermazione priva del più elementare fondamento scientifico, come se tutti dimenticassero che esistono i contatori o i serbatoi tarati o mille altre diavolerie; ;

Quando sento che ENI scolerà, nei pressi del depuratore con la benedizione dell’ ASI, direttamente nel fiume Agri, l’acqua cosiddetta “depurata” proveniente da tali impianti di trattamento Syndial o Simam attuando con i fatti ciò che prevedevo e cioè che tutta l’acqua recuperata non potrà essere riutilizzata nel COVA, come affermava ENI nella richiesta dell’AIA, poiché le ingenti quantità in gioco obbligheranno a scaricarla nell’Agri, prima, e nel Pertusillo poi con un grave effetto accumulo di metalli pesanti residui, radioisotopi e idrocarburi, è già perché, per quanto quell’acqua possa essere stata depurata conterrà sempre qualche per cento di metalli pesanti e radioisotopi e,date le ingenti quantità trattate ( migliaia di mc./giorno), tali inquinanti si accumuleranno nel bacino del Pertusillo e finiranno sulle culture agricole pregiate della Val D’Agri e , come acqua ad uso potabile, sulle tavole dei Pugliesi e quando se ne ravviseranno gli effetti e le conseguenze nessuno sarà tardi il responsabile perché, collegialmente, siete tutti responsabili, i burocrati e gli amministartori che non hanno partecipato alle Conferenze di Servizio o che hanno partecipato ma hanno taciuto e i cittadini che non hanno protestato e gli imprenditori, si anche loro, che per 4 soldi di locazione hanno fatto realizzare nel loro lotto simili mostruosi impianti.

Ogni giorno che passa i petrolieri preparano la morte della nostra acqua, del nostro territorio e dei suoi abitanti con il solo palese fine di aumentare i loro profitti, le Amministrazioni rimangono a guardare inefficienti e impreparate drogate dall’effetto Royalties e i cittadini non reagiscono accettando il ricatto del posto di lavoro .
Tutto ruota intorno al Dio Denaro e per esso diventiamo ciechi, sordi e non difendiamo nemmeno quanto di più sacro abbiamo , noi stessi e la nostra famiglia ; da Tutto Questo e contro Tutto Questo si eleva il mio Grido di Dolore che esula da profitti e interessi e vuole solo svegliare le coscienze lucane intorpidite.
Mediterraneo NO Triv 

Antonio Alberti 

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