Dopo la conferenza del 5 novembre 2013 indetta dall’ex ministro Bray,
il Mibact continua il suo lavoro di ricerca e confronto per
l’innovazione del settore cinematografico e audiovisivo.
Martedi 25 marzo, al convegno romano dal titolo “Il senso del cinema e dell’audiovisivo per i territori“, si
è registrato un rinnovato e definitivo interesse per la fisiologica
delocalizzazione regionale che sta interessando il settore. Le regioni
valutate non più in termini di opportunità scenografica, ma in termini
finalmente sostanziali tanto da poter ribattezzare il tema del convegno:
Il senso del cinema e dell’audiovisivo DAI territori”, a sancire una centralità ormai irrinunciabile.
Si legge dal comunicato stampa come
nel 2012 le produzioni nazionali ed estere hanno speso direttamente sui
territori un volume di risorse stimabile in almeno 260 milioni
di euro a fronte di un intervento pubblico regionale quantificato
in 56,3 milioni di euro complessivi.
I dati e le dinamiche emersi dallo
studio commissionato da Mibact e Istituto Luce segnalano un dinamismo
crescente da parte dei territori a sostegno di un settore considerato ad
elevato tasso potenziale di crescita economica e culturale con ricadute
importanti anche sul versante della promozione turistica interna ed
esterna. Numeri che solo in parte sono in grado di rappresentare una
realtà complessa e variegata – a tratti ancora disordinata e discontinua
in alcune aree del Paese, in assenza di una riforma complessiva della
governance e di una attribuzione più chiara delle competenze tra livello
amministrativo nazionale e livelli di governo decentrati sul
territorio. Al termine della ricerca, il gruppo di studio ha individuato
quattro differenti linee di policy fornendo alcuni input strategici per
migliorare l’attuale assetto e rafforzare il ruolo delle FC a sostegno
dell’audiovisivo
¸ Governance: riconoscimento nazionale delle FC in
base al rispetto di requisiti minimi (organico, servizi, organizzazione)
in linea con gli indirizzi europei ed internazionali.
¸ Modalità di finanziamento: progressivo processo di
omogeneizzazione degli schemi di finanziamento nazionali, regionali e
multiregionali sulla base di procedure standard condivise per facilitare
il compito dei produttori e razionalizzare le spesa pubblica.
¸ Risorse: creazione di una cabina di regia per
l’accesso ai fondi comunitari e presidio congiunto Stato-regioni sui
dossier non audiovisivi in discussione a Bruxelles, sfruttando il
prossimo semestre di Presidenza italiana.
¸ Vision: porre le FC al centro di un più ampio
processo di valorizzazione dei contenuti audiovisivi coniugando il
sostegno alla filiera (dalla formazione allo sviluppo passando per la
distribuzione multipiattaforma) e il rafforzamento delle imprese
creative con le politiche di marketing territoriale e promozione
turistica attraverso connessioni più stabili con il sistema industriale
locale, le Università, i poli scientifici e tecnologici.
Presenti al convegno anche una rappresentanza lucana: il direttore
della Lucana Film Commission Paride Leporace, Adriana Bruno del Noeltan
Film Studio di Potenza e l’attore Enzo Saponara.
Tra gli interventi significativi di sicuro quello del Direttore Generale per il Cinema presso Mibact, Nicola Borrelli,che
ha evidenziato il caos giuridico in cui versa il sistema di disciplina
di apertura della sale che andrebbe, probabilmente, delegato interamente
agli enti locali. Stefania Ippoliti, presidente della
Italian Film Commission, elenca le difficoltà burocratiche che
ostacolano l’esercizio delle film commission; in particolare propone di
mettere a sistema i database, renderli fruibili promuovendo una
competizione di segno positivo fra territori. Principalmente occorre
snellire la burocrazia standardizzando la modalità di accesso ai fondi
per semplificare il lavoro alle produzioni nazionali ed estere. Le film
commission, quindi, non più come mercati di fondali, ma organo che crea
occupazione e favorisce la valorizzazione degli elementi chiave della
storia, a partire dallo sviluppo di progetti filmici. E’ il caso
emblematico de “Il mio nipote scemo”, prodotto da Igor Princic
che ha avuto da FVG Film Commission il sostegno per la redazione della
sceneggiatura, scritta a 8 mani, e l’opportunità di accedere ai mercati
internazionali alla ricerca di coproduzioni. Un progetto, quello di
Princic, che ha dato impulso alla creazione di una società di
distribuzione made in Friuli. Una regione che, grazie al lavoro positivo
della sua film commission, ospiterà prossime produzioni estere in
seguito all’esperienza positiva registrata dalla HBO per la fortunata
serie tv sui Borgia.
Il rischio, afferma Renzo Iorio,
presidente di Federturismo Confindustria, è la deriva di
sponsorizzazione dei luoghi rispetto al valore intrinseco ed evocativo
dei territori. Prendete un film girato in Laguna come “The Tourists” e
un altro come “Morte a Venezia” e l’esempio è pronto! La capacità di
raccontare un Paese è la scommessa del cinema futuro che prevede tanto
uno sforzo di intelligenza quanto economico.
Guido Cerasuolo,presidente Associazione Produttori
Esecutivi, è fiducioso nell’approvazione, attesa da due anni e mai
realizzata, del tax credit per le produzioni televisive, capaci di
attrarre capitali internazionali . E’ acclarato, ormai, che il mercato
si muove solo in seguito a risposte e regole chiare.
Con il suo intervento Alberto Versace, Direttore
Generale del Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica, si definisce
“allergico” ai tavoli permanenti e alle cabine di regia, responsabili di
provocare ritardi e indecisioni che spesso sono causa stessa della
perdita dei sostegni economici europei. Ricorda Versace come la Lucana
Film Commission abbia usufruito di fondi europei per il suo “Bando alla
Crisi” che però registra un ritardo nella erogazione dei fondi per cause
legate ai ritardi di designazione della commissione e alla lentezza dei
lavori di valutazione.
Riccardo Tozzi, presidente di Anica e Ceo di
Cattleya, ha riportato i tre grandi problemi: rapportofra cinema e tv,
regolamentazione del video on demand e logiche di esercizio.
Ques’ultimo, la scarsità degli schermi sul territorio italiano,
mortifica gli incassi e crea spettatori dipendenti esclusivamente dalla
televisione, conclude il produttore.
Lo studio sarà la bussola che il Mibact adotterà per proseguire nella direzione dell’innovazione e dell’internazionalizzazione.
Per la prima volta la Basilicata è al centro dell’attenzione
nazionale, ma non più solo per il legame fra cinema religioso e Matera o
fra il fortunato Basilicata Coast to Coast e il cineturismo. Il report
descrive un quadro assolutamente nuovo per la nostra regione, composto
da una realtà vivace e in fase di crescita. Un Territorio, quello
lucano, che quest’anno vedrà una massiccia presenza di produzioni
cinematografiche, un vero e proprio banco di prova per la piccola, ma
dinamica realtà di operatori e di aziende.
La Basilicata dovrà dimostrare di avere il know how, le competenze
necessarie e offrire i servizi affinchè il cinema diventi reale leva di
sviluppo per la regione. A sua volta, l’operato di Rete Cinema
Basilicata, delle tante associazioni legate all’audiovisivo e della
Lucana Film Commission, può fornire nuovi stimoli all’innovazione e alla
creatività, elementi essenziali di cui questo nostro Paese ha urgente
bisogno.
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