Inaugurata la mostra/reportage fuoridaqui sul lavoro creativo nelle carceri italiane. E’ possibile immaginare un modello di società nuova, che offre a chi ha commesso
un reato occasioni di reinserimento e di riscatto? Come raccontare ai cittadini l’impegno quotidiano
di chi lavora nei tribunali e nelle carceri per far si che ciò accada?
Sono questi alcuni spunti di riflessione
offerti dalla mostra/reportage fuoridaqui, inaugurata stamattina nell’Aula Mario Pagano del Tribunale
di Potenza e che si concluderà il 4 dicembre.
Il progetto, realizzato dall’Associazione Basilicata Culture in collaborazione con il Tribunale di Potenza
e la Regione Basilicata, nasce con l’intento di raccontare attraverso foto e video alcune straordinarie esperienze
di lavoro e di creatività realizzate nelle carceri di tutta Italia.
Il risultato è un percorso che sorprende ed emoziona. Impossibile non immaginare dietro quei volti, quelle
mani, quegli oggetti ritratti storie in cui il dolore si mescola alla speranza per il futuro. Non a caso molte
delle creazioni realizzate durante le attività di laboratorio in carcere - dalle bambole alle borse, dagli abiti
ai manufatti in ferro e legno - nascono dal recupero di materiali di scarto di industrie o isole ecologiche.
Gli oggetti possono rinascere a nuova vita, così come gli uomini, che dopo aver pagato il proprio debito con
la giustizia, possono immaginare un futuro diverso attraverso il lavoro.
Il progetto è stato presentato stamattina all’interno dell’aula bunker del Tribunale, affollatissima per l’occasione.
Un luogo simbolo in cui la giustizia si applica ogni giorno. E in cui oggi si è scelto di raccontare cosa
accade dopo, quando la pena viene comminata e si è costretti a vivere tra le mura del carcere.
Lanfranco Vetrone, Presidente Tribunale di Potenza, nel presentare l’iniziativa alla platea ha sottolineato
come quest’anno, per la prima volta, in occasione della Giornata Europea della giustizia civile, si sia
scelto di sostenere un progetto nuovo come fuoridaqui, non didascalico ma di grande appeal anche per i
più giovani e gli studenti che visiteranno la mostra nelle prossime settimane.
Massimo Galiero, Dirigente Tribunale di Potenza, ha invece auspicato una sempre maggiore sinergia tra
il Tribunale e le associazioni, affinchè la società civile sia sempre più consapevole del reale funzionamento
della macchina della giustizia, dal tribunale alle carceri.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno del Programma Operativo FSE Basilicata 2007-2013.
Il Direttore Generale del Dipartimento Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione
Basilicata, Giandomenico Marchese, ha affermato che la mostra rappresenta la sintesi di un lavoro pluriennale,
iniziato con il progetto Vale la pena lavorare realizzato nelle case circondariali di Potenza e Melfi,
con il finanziamento dei fondi europei. Ad esso poi si sono aggiunte ulteriori iniziative realizzate in altre
carceri italiane come quelle di Opera e di Sollicciano. Il prossimo impegno è quello di valutare l’impatto
di questi progetti sulla società civile per pianificare insieme alle amministrazioni carcerarie nuovi percorsi
formativi. La mattinata si è conclusa con l’illustrazione al pubblico del percorso espositivo da parte di Palmarosa
Fuccella, Presidente di Basilicata Culture.
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