Un’encomiabile iniziativa del Comune di Rionero, della locale sezione del CIF e dell’UNILABOR. SANTA TERESA DI GESU’, un libro di Cristina di Lagopesole
Presentato
a Rionero in un affollato incontro presso il Palazzo Fortunato.
di Giuseppina Cervellino
Un’encomiabile iniziativa del Comune di Rionero, della locale sezione del CIF e dell’UNILABOR
SANTA TERESA DI GESU’, un libro di Cristina di Lagopesole
Presentato a Rionero in un affollato incontro presso il Palazzo Fortunato.
di Giuseppina Cervellino
L’incontro dell’Università delle tre età “Enzo Cervellino”, in collaborazione con l’amministrazione comunale ed il CIF di Rionero, tenuto presso il palazzo Fortunato, con Cristina
di Lagopesole, si è caratterizzato per la sua connotazione culturale.
di Lagopesole, si è caratterizzato per la sua connotazione culturale.
In una cornice suggestiva, alla presenza di un cospicuo numero di partecipanti, è stata promossa una pensosa riflessione sul ruolo di una donna, Santa Teresa di Gesù, una donna che è un’alta creatura mistica, non chiusa nell’ascetismo contemplativo ma, al tempo stesso, fervida nel suo attivismo, fondatrice di 17 monasteri e scrittrice singolare.
L’autrice del testo è Cristina di Lagopesole, che ha suscitato nei presenti vivissimo apprezzamento e sentita commozione. La presidente del CIF, Antonietta Lostaglio, nel suo saluto ha evidenziato la dimensione mistica del testo, che avvince il lettore, aprendogli un orizzonte di profonda religiosità, tradotta nell’azione e nella scrittura.
La Presidente del Consiglio Comunale, Maria Pinto, porgendo il saluto, ha sottolineato una riflessione critica sul ruolo della donna: duplice è il compiacimento per la presenza della scrittrice Cristina di Lagopesole, voce altamente significativa nel panorama della tradizione poetica lucana, e per l’esaltazione di una donna, Santa Teresa di Gesù, la cui vita fu esempio di fede e di cultura.
La presidente dell’Università delle tre età, Giuseppina Cervellino, ha ripercorso l’iter poetico di Cristina che scopre le voci di dentro, gli universali movimenti dell’anima e ricerca la verità, spazi di luce nel solco della filosofia di Heidegger, Holderling e Rilke e della teologia mistica da quella araba e persiana, a quella neoplatonica cristiana, alla mistica renano-fiamminga.
Nel magico silenzio del pensatoio di Lagopesole, che richiama la poesia melica di Saffo e la casa delle Muse di Lesbo, inizia l’esordio poetico di Cristina con la pubblicazione di opere significative da Sinfonia in re, che si materializza nell’idillismo contemplativo della sera, pregna di magia musicale, ai Canti di Lagopesole, evocazione di amori cavallereschi, poema intessuto di sottile allegoria.
La lirica di Cristina diviene Itinerarium mentis Ad Deum, secondo l’espressione di San Bonaventura, un cammino di spiritualità in cui la parola poetica si riverbera di bagliori di fede. Il percorso di Cristina è un processo ascendente che nell’opera Movimenti dell’anima, riproponendo un genere letterario desueto, ricerca l’essenza dell’anima, e nel Cantico dei Cantici, scritto in otto ore, canta l’amore totale e purissimo, il sentimento totalizzante tra Dio e il suo popolo, l’unione mistica tra lo sposo (Cristo Gesù) e la sposa (la Chiesa).
Il viaggio spirituale ha il suo culmine in Flos Sanctorum, in cui si raggiunge l’estasi della rosa mistica dantesca, un viaggio che si rinnova in Santa Teresa di Gesù, senza la drammaticità di Dante, vibrante del senso passionale della vita.
L’esperienza di Santa Teresa non è l’agnostico viaggio del personaggio del Castello di Kafka, né il viaggio di Proust, immerso nel flusso della me-moria, è il viaggio di chi ha fede e naufraga nel dolce mare dell’unione mistica con Dio, ma non si abbarbica all’ascetismo contemplativo, vivendo e traducendo la fede nella quotidianità della vita reale.
Nel suo intervento l’autrice esprime “l’orgoglio e la gioia di parlare di Santa Teresa d’Avila o di Gesù, “donna proclamata dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, o
”Pilastro dell’ecumenismo” dal teologo e poeta Rowan Williams, già arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, donna che ha ispirato grandi artisti quali Gian Lorenzo Bernini, Zurba-
Ran, Velasquez, Ribera, Rubens, Tamara de Sempicka, Ade Bethune o scrittori come Iulia Kristeva e Rosa Rossi, registi come Jaun de Orduna, miniaturisti di scuola francese e tedesca, donna che ancora oggi suscita domande e confronti con le grandi tradizioni mistiche islamiche e induiste”.
L’autrice evoca questa donna non comune che categoricamente asserì: “Solo Dio basta!” ”donna che percorse l’Andalusia a dorso di mulo per fondare diciassette monasteri, che subì persecuzioni ed inquisizioni, che scrisse quattordici libri, mistica, chiamata alla totalità con la vocazione dell’infinito, madre niptica (che pratica e insegna la virtù della sobrietà), serafica pellegrina, teologa, speculativa”. Cristina ricorda un’esperienza singolare vissuta nell’Università de la mistica ad Avila, dove cantò gli Inni sacri da lei composti in onore della Santa.
Avila con le sue possenti mura le apparve un castello incantevole che ispirò Santa Teresa, autrice del testo Castello Interiore, castello dell’anima con al centro Dio, scala di perfezione, purificazione, bellezza e di unione mistica. La vita di Santa Teresa, beatificata nel 1614, santa nel 1622, proclamata Dottore della chiesa insieme a santa Caterina da Siena nel 1970 da Paolo VI, diventa exemplum di eticità, ricca di valori che hanno suscitato coinvolgimento e commozione nei tanti partecipanti al significativo incontro che ha coniugato fede e cultura.
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