Ci sono
120.000 donne in Italia che ogni anno si ritrovano a dover fare i conti con il
cancro (48.000 nuovi casi solo per il tumore al seno). La loro vita,
all'improvviso, viene stravolta dalla malattia. Le donne devono capire quale
sarà il loro destino, come sarà la fatica del sottoporsi alle cure e a quali
cambiamenti sociali andranno incontro.
Si guardano allo specchio e spesso non
si riconoscono. La chemioterapia, con gli effetti collaterali, mette a dura
prova la loro autostima, la loro estetica, facendo trasparire la paura di
esporsi. Per venire in aiuto a queste donne a migliorare il proprio aspetto
fisico, aiutandole a guardarsi allo specchio con un sorriso e ricominciare a
lottare di nuovo, tutte insieme, più forti di prima, è nato il progetto “La
stanza del sorriso” che in Basilicata è in fase di attuazione al Crob-Irccs di
Rionero e negli ospedali di Policoro e Matera.
Rosa
Gentile, vicepresidente nazionale Confartigianato, “testimonial” del progetto,
ne ha parlato in occasione dall'evento medico-scientifico organizzato, lo scorso fine settimana, a Matera dalla Radiologia
dell'Ospedale Madonna delle Grazie, in collaborazione con Asm e il patrocinio
della Sirm.
“Vedersi
bene per sentirsi meglio – sottolinea Gentile – è in sintesi l’obiettivo di un
insieme di iniziative che coinvolge diverse associazioni femminili e non,
creando una rete di volontariato. Tra le protagoniste – spiega – ci sono le
nostre associate a Confartigianato, estetiste, parrucchiere che gestiscono il
progetto "T'insegno un trucco" aiutando molte pazienti oncologiche a
recuperare il proprio benessere psicologico e l'autostima per il proprio
aspetto estetico, messi a dura prova dalla malattia. Nelle “stanze del sorriso”
le donne, seguite da psicologi, medici, nutrizionisti, volontarie di Iris,
ritrovano la loro femminilità con il trucco, la cura dei capelli, la scelta
della parrucca. Una delle prime cose che chiedono le donne quando viene data
loro la diagnosi di tumore è se perderanno i capelli, un elemento di
preoccupazione che incide profondamente sulla loro vita e che quindi non
potevamo più ignorarlo”. Il progetto avviato a Policoro
grazie ad un protocollo di intesa tra la Fidapa, l’Asm, l'associazione Iris Basilicata per creare uno
spazio per il benessere psico-fisico delle pazienti oncologiche, attraverso una
serie di consigli estetici, è entrato in una nuova fase. I volontari riescono a fare di tutto, sistemare i foulard con un tocco di
eleganza, adattare le parrucche ai lineamenti del viso e perfino applicare la
tinta ai capelli. Nell’angolo della stanzetta c’è un espositore con dei
prodotti per il make-up donati appositamente per la causa e qualcuno ha portato
delle parrucche di cui non ha più bisogno. Ma la stanza del sorriso è soprattutto
un luogo di relazioni dove le singole esperienze s’intrecciano, si discute e si
cercano soluzioni, ci si scambia consigli, si cura l’anima e il corpo.
"Con
questa iniziativa – dice Gentile - si cerca di offrire alle donne soprattutto
un sorriso che, nel caso specifico, vale più di ogni altra medicina.
Un progetto nato con l'obbiettivo di addolcire la permanenze delle donne in un ambiente, quello ospedaliero dove troppo spesso, solitudine e tristezza prendono il sopravvento anche sulle personalità più forti che poi quando tornano a casa avvertono comunque la solitudine.
“Non c’è migliore soddisfazione per chi fa questo lavoro volontario – conclude – di ascoltare le donne che frequentano le “stanze del sorriso” affermare di sentirsi di nuovo donna, di essere tornate alla loro bellezza”.
Un progetto nato con l'obbiettivo di addolcire la permanenze delle donne in un ambiente, quello ospedaliero dove troppo spesso, solitudine e tristezza prendono il sopravvento anche sulle personalità più forti che poi quando tornano a casa avvertono comunque la solitudine.
“Non c’è migliore soddisfazione per chi fa questo lavoro volontario – conclude – di ascoltare le donne che frequentano le “stanze del sorriso” affermare di sentirsi di nuovo donna, di essere tornate alla loro bellezza”.
“Il ruolo delle estetiste in Oncologia –
è il pensiero del Professor Umberto Veronesi - sarà sempre più importante. I medici sono concentrati solo sulla
guarigione fisica, mentre sappiamo che la malattia è elaborata dal cervello.
Non si può ignorare l’aspetto psicologico, il trauma psichico subito da queste
pazienti. Dobbiamo capire come possiamo alleggerirlo”.
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