“E’ normale che il tema ‘Università’ entri in una campagna elettorale. Ma è
incomprensibile che si tratti questo argomento con superficialità: l’Università
della Basilicata è un ‘asset’ troppo prezioso per questa regione, per parlarne
senza poi fornire soluzioni concrete o nuovi spunti di riflessione”. Lo ha
detto la Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, in risposta alle
dichiarazioni del consigliere regionale Michele Napoli sui fondi premiali per
le università.
“Il tema accademico è complesso, ed è giusto esaminarlo con cura”, ha
proseguito la Rettrice , ricordando poi che
“l’Unibas aveva invitato il consigliere regionale alla cerimonia di inaugurazione
dell’anno accademico, che si è svolta lunedì 19 febbraio”: nel suo intervento
inaugurale, Sole ha infatti spiegato nei dettagli la vicenda dei dipartimenti
di eccellenza e le scelte ministeriali. “Purtroppo, il consigliere riduce un
tema, così ampio e difficile, al paragone con la ‘Champions League’ e con non
meglio identificati ‘gironi di qualificazione’, come in un qualsiasi bar sport
di provincia. Se dobbiamo rimanere nei termini dell'analogia calcistica, allora
bisogna ricordare un dato molto semplice: sono le squadre che possono investire
di più a vincere la Champions. Ma non sfugga un altro
dato fondamentale: malgrado le risorse limitate, i nostri piccoli e variegati
gruppi di ricerca hanno raggiunto in diversi casi l'eccellenza scientifica,
vincendo il proprio campionato”.
“Per ampliare, diversificare e migliorare la ricerca – ha proseguito la Rettrice - è necessario investire in capitale umano, ampliare il corpo dei
ricercatori e dei tecnici dell’Ateneo oltre che aggiornare e acquisire nuove
attrezzature per la ricerca, ma un bilancio ingessato ci consente di investire molto
limitatamente in politiche di reclutamento e in attrezzature. Vorrei però
ricordare che la quota premiale dell’ateneo finora non ha subito alcuna
flessione, anzi cresce sempre, come riportato nei grafici presentati durante
l’inaugurazione dell’anno accademico”.
“Dai nostri consiglieri regionali – ha concluso Sole – ci aspettiamo
momenti di confronto, come è spesso avvenuto proficuamente in questi anni con
molti rappresentanti istituzionali, e spazi di riflessione indirizzati a
trovare le soluzioni giuste per uscire da un oggettivo momento di difficoltà in
cui vivono gli atenei italiani, e in particolare quelli piccoli e del Sud.
Ancora oggi si ignora che ogni università ha una sua dimensione e una sua
caratteristica, anche fondativa, e vive in un determinato contesto economico,
sociale e geografico. E’ giusto e doveroso inquadrare sempre nei giusti ambiti
il problema, per trovare soluzioni e puntare sempre alla crescita”.
E’ opportuno ricordare
infine che nella sua relazione, la Rettrice ha dettagliatamente affrontato la questione. Di
seguito si riporta questo passaggio del suo intervento:
“In questi tre anni abbiamo
assistito ad una profezia che si è auto-avverata, ad una profezia che grazie
alla costruzione di un metodo di distribuzione dell’FFO, nato nel suo impianto
nel 2009, ha di fatto creato atenei di
serie A e atenei di serie B. Un metodo che non ha guardato al sistema
universitario nazionale nel suo insieme, cercando di garantire uguali
opportunità agli studenti, uguali opportunità ai ricercatori e dunque uguali
opportunità ai territori. Fornisco un unico dato: a partire dal 2009 Il Fondo
di finanziamento Ordinario (FFO) è diminuito di circa 5 milioni di euro; un
decremento percentuale del 15%, insostenibile per qualunque organizzazione
complessa! La spesa del personale, dal 2009, si attesta su una cifra pressoché
costante di circa 35 ML € cifra che non è garantita dal Fondo ministeriale, ma
sostenuta dalla tassazione. Un metodo che ha approfondito il divario tra gli
atenei, invece di pensare a garantire un sistema universitario di qualità
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