Che fine ha fatto la Fondazione Fortunato? Interrogativo tuttora senza risposta che tanti rioneresi si pongono. Un progetto culturale presentato in ‘’pompa magna’’ che sarebbe dovuto decollare in grande stile ma che ormai da tanto tempo si è arenato come una nave incagliata sugli scogli. Ripercorrendo la storia della Fondazione Fortunato si va indietro nel tempo arrivando all’anno 2009 ovvero alle sue origini. Era il 3 ottobre 2009, una data storica per Rionero che in quella tiepida mattinata d’inizio autunno ricevette la visita dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano accolto a Palazzo Fortunato da tante personalità politiche regionali e locali dell’epoca, su tutti il Presidente della Regione De Filippo, il Presidente della Provincia Lacorazza, il Sindaco di Rionero Placido, varie autorità istituzionali, politiche, militari, religiose e civili oltre ad una folla festosa di cittadini. Evento storico per la comunità rionerese che come importanza e rilevanza fu paragonabile alla visita a Rionero del Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli avvenuta nel 1902. Il Presidente Napolitano scelse proprio la ‘’Casa’’ dell’illustre meridionalista Giustino Fortunato per discutere dei tanti problemi del Mezzogiorno d’Italia. In quella storica occasione nacque ufficialmente la Fondazione Fortunato che, in ossequia memoria dell’illustre meridionalista rionerese, avrebbe rappresentato un centro culturale di primo piano per gli studi storici, economici, politici e sociali del Meridione. La Fondazione, nata nel 2009 ma già pre-costituita nel 2007 quando fu redatto lo Statuto, proseguì la sua flebile attività culturale fino al novembre 2011 promuovendo un convegno su ‘’Giustino Fortunato e l’Unità d’Italia’’ e altri convegni di poca rilevanza e con scarsa partecipazione popolare che precedettero il suo black-out. Un triste epilogo che ricorda quello del ‘’Concorso Letterario Giustino Fortunato’’ che, istituito nel 1983, cessò di esistere dopo sette edizioni e quello non ultimo della Biblioteca Comunale chiusa da mesi per intoppi burocratici. Tutto ciò è un’offesa alla memoria del sommo ‘’Don Giustino’’ autentico paladino della sua Rionero e della sua gente. La vicenda ormai dimenticata della Fondazione Fortunato è stata ‘’riportata in vita’’ grazie alla caparbietà del giovane ricercatore storico rionerese Antonio Cecere che già nel 2018 sollecitava a più parti di riportare d’attualità il tema senza però ricevere risposta dalle parti in causa. A due anni dalla prima sollecitazione, lo stesso Cecere, nei giorni scorsi ha ripreso il discorso sulla Fondazione con un’attenta analisi sui vari lati oscuri di questo progetto culturale mai decollato. Tanti sono i punti non ancora chiari sulla vicenda sui quali si chiede immediata chiarezza. Infatti, ad oltre 10 anni dalla sua istituzione, non ci sono mai state nè riunioni del consiglio scientifico presso la sede della Fondazione, ovvero Palazzo Fortunato, né ci sono mai state iniziative o seminari di studi e ricerca e ne ci sono mai state votazioni per il rinnovo delle cariche sociali che, stando al contenuto dello Statuto della Fondazione, si sarebbero dovute svolgere ogni tre anni. Il dato più allarmante riguarda i bilanci mai resi noti nonostante il patrimonio della fondazione, riportato anche nello Statuto, è di 50mila euro. A tutto questo si fa presente che esiste uno Statuto con delle precise regole in materia di funzionamento di una fondazione tanto importante da richiedere al suo atto costitutivo la firma del Capo dello Stato. Insomma una complessa vicenda dai tanti lati oscuri sulla quale urge chiarezza, trasparenza e risposte certe per far finalmente decollare a dovere la Fondazione Fortunato.
Francesco Preziuso
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