L’Università della Basilicata parteciperà a “Linea Verde Life”, la trasmissione di RaiUno che andrà in onda sabato prossimo, 29 maggio 2021, dalle ore 12.30, dedicata a Matera e alla costa Ionica lucana, con gli interventi dei docenti Unibas Salvatore Masi (Ingegneria Sanitaria e Ambientale), Bartolomeo Dichio (Arboricoltura Generale e Colture Arboree) e Francesca Sogliani (Direttrice della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici). Nel corso della trasmissione saranno affrontati i temi della sostenibilità ambientale, della lotta ai cambiamenti climatici, e della conoscenza, tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico e storico-artistico della Città dei Sassi. Quello delle acque reflue è un tema a cui da anni si dedica un gruppo di ricercatori dell’Unibas, che ha allestito un impianto sperimentale a Ferrandina (Matera).Trasformare un problema come quello degli scarichi urbani in economia e opportunità di sviluppo è concretamente possibile: l’idea è di recuperare le acque dolci che compongono gli scarichi e il loro contenuto in sostanze fertilizzanti. Le applicazioni di tale ricerca sono diverse e vanno dall'integrazione di risorse idriche convenzionali, come nel caso dell'irrigazione degli uliveti dell’area di Ferrandina, allo sviluppo di colture dedicate alle filiere bio-energetiche.
L’impianto pilota di trattamento e il campo sperimentale vanno ormai verso i venti anni di esperienza e questo li pone tra i siti italiani di maggior interesse nel settore del recupero di acque reflue in agricoltura.
Nella Capitale della Cultura 2019, invece, il “viaggio” è tra le immagini e la storia delle chiese rupestri di S. Lucia alle Malve e di S. Giovanni in Monterrone, patrimonio dell’arcidiocesi di Matera-Irsina. Le ricerche, nell’ambito del Progetto Chora – Laboratori di Archeologia in Basilicata – Digital Atlas of rupestrian Heritage, hanno previsto un rilievo e un’analisi sistematica di chiese, asceteri rupestri, necropoli, cave, abitato e quanto d’interesse per ricostruire le varie fasi storiche dell’insediamento rupestre di Matera. I rilievi e la lettura archeologico-stratigrafica hanno impiegato tecniche innovative non invasive, sostenibili e prive di rischi per le chiese rupestri, preservandone completamente l’integrità. Quanto riportato alla luce, grazie all’intervento di restauro virtuale degli apparati decorativi e delle strutture scavate, potrà essere visualizzato attraverso moderne tecniche digitali che, oltre a salvaguardare l’intero patrimonio storico e culturale, ne consentiranno anche la fruizione secondo un modello integrato nelle azioni di “Virtual Tourism” che saranno disponibili con la sperimentazione del 5G.
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